15
aprile 1983. Si avvicina gara2, ma già si pensa a gara3. Non per
dare per spacciato il Banco, ma perché per il 20 aprile, giorno
designato per l'eventuale bella della finale scudetto, il Palaeur è
già prenotato da una mostra di pentole organizzata da una
multinazionale che ha prenotato l'impianto dall'agosto del 1982.
Difficile accusare il Banco, che all'epoca non poteva certo prevedere
di disputare la finale... La multinazionale in questione, AMG,
peraltro pagherà 3 miliardi e mezzo, impossibile pensare di
rimandarli indietro, anche perché arriveranno delegati da tutto il
mondo.
Che
fare? Giocare al Palazzetto? Impossibile, già in gara1 la gente è
rimasta fuori dal Palazzone. Spostare la partita a domenica 24? Non
si può fare perché c'è la Nazionale che inizia l'operazione
Europei. L'unica possibilità è giocare il martedì alle 20.30,
garantendo all'AMG di smontare tutto in tempo utile. Solo che bisogna
pagare gli straordinari ai tecnici. Ci pensa la banca. Il diavolo ha
fatto le pentole, il Banco ha messo il coperchio.
Le
polemiche, ovviamente, continuano. Il gm del Billy Tony Cappellari fa
pesare la cosa: «Razionalmente dovremmo rifiutarci», dice, perché
la sua squadra è stanca e avrebbe bisogno di un giorno di riposo in
più. Che non farebbe male neanche al Banco, che peraltro ha
Castellano infortunato a una mano. Ma forse si stancano solo loro.
«Ma non siamo così freddi e speculatori come ci dipingono e per
amore del basket potremmo anche dire di sì». A Milano sospettano,
confortati dalle dietrologie di Aldo Giordani, che vogliano far
vincere il Banco per evitare il problema. Anche a Roma non stanno
tranquilli. «Sento un'aria strana – dice Solfrini – non abbiamo
ancora giocato gara2 e si parla già di gara3. Hanno perfino invitato
Pertini».
Tanto
per gradire, qualche “pallino” di Superbasket:
Gli
astri, come i seguaci di questa rivista ben sanno, avevano indicato
fin da novembre una fascia favorvole da sopra Fabriano a una
latitudine comprendente Napoli e Caserta. Domanda: in questa fascia è
compresa Roma? Poveri candiducci che siete, se credete ai risultati.
Se
esiste un altro paese al mondo nel quale una coppia arbitrale, avendo
diretto una squadra nella semifinale di campionato, l'ha arbitrata
tre giorni dopo nella finale, noi andiamo nella legione straniera.
Nell'Italia
in cui tutto è in vendita, non comprendiamo affatto perché ci si
debba sorprendere se un istituto di credito è in orbita tricolore.
Anzi, è il contrario. Chi, se non un istituto di credito, dovrebbe
essere all'altezza della situazione?
L'arbitro
Fiorito è un dipendente del Banco di Roma. Ha diretto le semifinali
Scavolini-Billy. Siate onesti: più bravo lui o più bravo Kea?
Dopo
la fiammata all'Eur, ci fu la scoperta delle pentole. Il Billy si
mise a disposizione di qualsiasi cosa, per avere un vantaggio
psicologico. E poi l'invito al presidente della Repubblica,
l'ordinanza inutile del prefetto perché il palazzone era prenotato
da mesi, il ginocchio di Wright che sembrava aver subito un colpo e
invece non era vero nulla, il Banco invitato a “La Domenica
Sportiva” in caso di vittoria.
Kea
ha spintonato e basta. Però è uomo utile per i playoff. Spingi di
qua, spingi di là, i “finitimi” abboccano.
Il
campo di Milano due anni fa fu squalificato per il lancio di un
tetrapack vuoto. Nessun provvedimento è stato preso per la moneta
lanciata in testa a Meneghin.
Tutto questo e molto altro in "Banco! L'urlo del Palaeur", il libro sull'epopea del Bancoroma, che trovate qui:
- online sul sito ilmiolibro.it
- scrivendo all'indirizzo e-mail bancoroma83@gmail.com per informazioni e richieste
- presso la libreria Pagine di Sport di via dei Tadolini 7/9, a circa 150 mt. da piazza Mancini/ ponte Duca D'Aosta
- presso l'edicola di piazza Monte Baldo 9, a 200 metri da piazza Sempione
- facendo visita alla redazione de Il Romanista, via Bargoni 8 Roma, dalle ore 15 alle 21 tutti i giorni, sabato e domenica compresi (a proposito: se andate in edicola non dimenticate di chiedere Il Romanista!)
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