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settembre 1984: giorno di vigilia. Il Banco esordirà il giorno dopo
contro il Sirio, padrone di casa e favorito. Si giocherà alle 22, le
3 di notte in Italia, dove Radio Incontro trasmetterà la
radiocronaca con la voce dell'addetto stampa Alberto Acciari. “La
storia insegna che una squadra europea non ha mai vinto una coppa
Intercontinentale disputata in Sudamerica” dice Bianchini. Ma
d'altronde il Banco è abituato a riscrivere la storia: è stata la
prima squadra a vincere la Coppa dei Campioni da esordiente, la prima
squadra a vincere tre trasferte proprio in Coppa Campioni, la prima
squadra a vincere i playoff del campionato italiano dopo aver vinto
la regular season, la prima a fare un sacco di cose insomma.
E' in
forma, Bianchini. Quando gli chiedono di Wright, risponde così:
“Ogni rivoluzione vuole le sue vittime. E così, come in Russia si
sono accorti che si poteva e doveva andare avanti senza Trotzky,
altrettanto abbiamo fatto noi del Banco con Wright. Con lui eravamo
nel romaniticismo. Ora siamo nel post-realismo”.
Qualche
disavventura anche per l'Obras Sanitarias. La squadra di Buenos Aires
non è ancora riuscita a raggiungere San Paolo a causa di uno
sciopero delle linee aeree argentine. I cervelloni brasiliani si
riuniscono e formulano varie ipotesi: sostituire gli argentini con
un'altra squadra brasiliana oppure modificare il calendario facendoli
riposare alla prima giornata e facendo giocare subito il Banco.
Se poi,
in fin dei conti, volete sapere se il calendario fu modificato e che
ne è stato del Banco del post-realismo, c'è sempre il libro “Banco!L'urlo del Palaeur”.
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