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settembre 1984, il Banco parte per il Brasile, dove giocherà la
Coppa Intercontinentale. Volo Varic 71, partenza da Fiumicino,
destinazione Rio de Janeiro. Poi ci si sposterà a San Paolo, dove il
20 ci sarà l'esordio contro il Sirio, la squadra locale. C'è
apprensione per il gomito di Marco Solfrini, che da qualche giorno
non gli consente di allenarsi. La comitiva viene accolta da una bella
giornata di sole, con 30 gradi all'ombra e un clima che fa passare a
tutta la comitiva istantaneamente la stanchezza del viaggio. 11 ore,
quasi 15mila chilometri. Oltre al Sirio, che è la ex squadra di
Raymond Townsend, parteciperanno anche il Barcellona, che rispetto
alla formazione battuta a Ginevra in finale di Coppa Campioni ha
cambiato uno straniero (c'è Otis Howard al posto di Marcellus
Starks), l'Obras Sanitarias, formazione argentina campione in carica,
e una misteriosa selezione americana chiamata “Marathon Oil”.
“L'eventuale
indisponibilità di Solfrini – dichiara Bianchini – mi crea un
problema tattico. Non ho un'ala con le stesse caratteristiche e non
potrò schierare una formazione equilibrata. La scelta è tra un
quintetto con tre esterni con Sbarra play, Gilardi guardia e Townsend
ala, oppure un quintetto lungo con Tombolato ala, al fianco di
Polesello e Flowers”. Il programma prevede, dopo una breve sosta a
Rio e la visita alla statua del Cristo Redentore, lo spostamento a
San Paolo per sostenere il primo allenamento. I negozi sono chiusi,
ma il mercatino in centro è aperto e c'è tempo anche per una
passeggiata a Copacabana. La comitiva è composta da 52 persone,
compresi dirigenti, dipendenti della banca e qualche tifoso del
gruppo “Amici del basket” di Franco Lanfernini.
Se
poi, in fin dei conti, volete sapere che cosa trovò il Banco a San
Paolo, non vi resta che leggere “Banco! L'urlo del Palaeur”.
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