Foto Gianluca Boserman |
Quando Antonio Panunzio, il primo playmaker della storia
della Virtus Roma, tira fuori la prima maglia, stagione 1972-73, il cerchio si
chiude. "L'ho sempre conservata perché ce l'ho nel cuore. Nel Banco ho
giocato tre anni, poi l'ho sempre seguito da lontano. Finché nella finale
scudetto del 1983 non sono andato al Palaeur e per la prima volta ho fatto il
tifoso. E nell'era di internet, in ogni forum in cui mi sono registrato, il mio
nick è sempre stato Banco".
L'idea era quella di riunire chi ha fondato la Virtus, chi
l'ha fatta vincere e chi c'è oggi. Nonostante le assenze di Valerio Bianchini e
Marco Calvani, l'abbiamo fatto lo stesso. D'altronde, come si diceva ieri alla
libreria "Pagine di Sport" di Via dei Tadolini, Bruno Vespa rimanda
le presentazioni dei suoi libri se non c'è Berlusconi, noi no. E grazie a tante
presenze a sorpresa, abbiamo respirato basket per più di un'ora, con la passione
dei pionieri che accesero una fiammella nei primi anni 70, che si ritrovarono
felici nel 1983 e che oggi guardano con piacere la bella Virtus di questa
stagione.
E così Maurizio Polidori, il primo allenatore della storia
della Virtus Banco di Roma, ci racconta le vere origini della società, al di là
dei codici federali. Il vicepresidente Fip Gaetano Laguardia e il presidente
del Comitato Regionale Francesco Martini ci parlano da ex avversari della
Virtus in un mondo del basket romano dove però, finita la partita, ci si
ritrovava sempre tutti insieme. Il Bancoroma ha vinto anche perché i giocatori
romani che aveva erano la sintesi di quel mondo. Mario Arceri ci spiega com'era
lavorare avendo la possibilità di stare a contatto con il Banco dei successi.
Erano ragazzi che trasmettevano emozioni e proprio vivendo giorno dopo giorno
con loro era più facile anche per i giornalisti trasmetterle a chi leggeva. Ciò
che siamo oggi è ciò che siamo stati, non dobbiamo dimenticarlo mai.
Massimiliano Mascolo, Raisport, era un giovane cronista e ribadisce il valore
di ciò che siamo stati. La pulizia del gancio cielo di Polesello l'avete più
vista?
Foto Gianluca Boserman |
Ogni tanto guardavo, oltre a chi parlava, anche chi
ascoltava. Ho visto la stessa emozione che c'era al Caffè Letterario, di fronte
ai protagonisti del Bancoroma che vinse, ma che stavolta non c'erano. Questo
può significare solo una cosa: che ciò che avevano dentro quei ragazzi,
era la stessa passione di chi li ha preceduti e di chi li tifava e s'è
innamorato di quella squadra. Un sentimento che non aspetta altro che essere
tirato fuori da chi lo sa riconoscere. Come chi c'era ieri alla presentazione
e, chissà, magari anche come qualcuno che oggi veste la stessa maglia di
Antonio Panunzio.
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