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martedì 29 ottobre 2013

Intervista a Sasa Obradovic: "La scorsa estate ho tirato tre monete nella fontana di Trevi..."

Da "Il Romanista" di oggi

 I ricordi sono tanti. Furono due anni intensissimi, quelli di Sasa Obradovic alla Virtus Roma. Il dramma del compagno di squadra Ancilotto e quello della sua famiglia, sotto le bombe della NATO a Belgrado mentre lui giocava lo spareggio playoff contro SienaFu il migliore in campo e quando uscì tra gli applausi, si strappò via la fascetta nera che portava sulla canotta e salutò a testa bassa per cacciare dentro le lacrime. Una squadra che in quei due anni, nonostante altri problemi, dalle squalifiche di Edwards e Boni ai cambi di allenatore nella seconda stagione, si conquistò sul campo la stima del pubblico e si guadagnò tanti applausi, regalando partite memorabili e sfiorando la finale di Coppa Korac. Di quella squadra Sasa Obradovic fu uno dei leader, capace di esaltarsi e di esaltare le qualità dei compagni. Mise tutto se stesso in quella avventura e oggi che torna da avversario, coach di quell'Alba Berlino dove aveva giocato (e vinto, allenato da Svetislav Pesic, la Korac) prima di venire a Roma. I ricordi sono tantissimi dentro di lui: «Durante gli europei del 1997 a Barcellona ho iniziato a trattare con la Virtus tramite il mio agente Dario Santrolli. Non avevo trovato un accordo per prolungare il contratto con l'Alba Berlino. Costavo un po' troppo (ride...). Mi piaceva l'idea di andare a Roma, una delle più belle città al mondo, anche se non sapevo molto riguardo alla società. Ora dico che fu la migliore decisione possibile perché torno spesso a Roma e ogni volta mi emoziono come se stessi tornando a casa dopo un lungo viaggio».

L'inizio fu duro, con la morte di Ancilotto.
Ancora oggi quando ci penso provo un grande dolore per la perdita di uno dei giocatori italiani più talentuosi e di una grande persona. Avevo legato con lui fin dall'inizio e stava cercando di aiutarmi nei miei primi passi a Roma. La sua è stata una grande perdita, quando ci penso mi sento sempre molto triste.

Cosa ricordi dei tuoi compagni di squadra?
Eravamo un bellissimo gruppo e ho un bel ricordo dei miei compagni di squadra. Come se fosse oggi. Tonno che cerca sempre di avere un look perfetto, buoni vestiti, pettinatura curata, barba sempre in ordine... Davide Pessina che legge sempre libri prima dell'allenamento, divertente... Walter Magnifico molto competitivo e con una grandissima energia nonostante l'età... Busca che gioca praticamente senza ginocchia e senza cartilagine... il grande carattere di Andrea Cessel che era sempre il primo a rialzare un compagno di squadra se cadeva a terra durante le partite o l'allenamento... la casa di Fabrizio Ambrassa dove guardavamo le partite di basket e degustavamo un bicchiere di buon vino... Lupo Rossini, la sua leadership e il suo talento... Flavio Carera che si mette il ghiaccio sulla schiena dopo ogni allenamento, una cosa mai vista prima... Bill Edwards, un talento di livello altissimo frenato dagli infortuni e dal suo carattere...Warren Kidd, una macchina a rimbalzo... Big John Turner, grande cuore... E una vera leggenda come Mario Boni. Penso che lui ed io siamo stati una grande coppia. Ricordo le pizze tutti insieme il venerdì sera dopo l'allenamento nella piccola palestra di Settebagni, stavamo molto bene insieme, la città è nel mio cuore e non solo perché sono stato bene e ci ho giocato, ma perché a Roma è nata la mia prima figlia, proprio in questi giorni. Era il 31 ottobre 1997 e lei nacque all'ospedale San Pietro. Mi stavo organizzando per portare la mia famiglia qui a Roma in questa occasione per vedere la partita e l'ospedale, e festeggiare il suo compleanno, ma purtroppo non ci siamo riusciti.

Sei soddisfatto dei risultati raggiunti? Si poteva fare di più?
Eravamo un grande gruppo e tra noi c'era una buona atmosfera, che ci ha permesso di superare le difficoltà iniziali e anche di andare oltre le nostre possibilità. Anzi, penso che alla fine della prima stagione abbiamo espresso un basket anche superiore rispetto alle nostre qualità, grazie ad Attilio Caja e al mio amico Marco Calvani. E chissà che cosa ricorderemmo oggi se avessimo avuto la squadra al completo... Pagammo la brutta partenza e la morte di Davide, ma poi facemmo una grande stagione, nel girone di ritorno vincemmo quasi sempre, arrivammo in semifinale di Korac e ai playoff vincemmo una partita contro la Kinder Bologna che in quell'anno vinse l'Eurolega. L'anno dopo iniziammo benissimo, eravamo primi in classifica a un certo punto. Poi le cose non sono andate come speravamo, ma passammo un turno ai playoff e sfiorammo la vittoria ancora a Bologna, in gara1... Diciamo che non fummo fortunati con l'arbitraggio, quel giorno.

E la curva cantava: “Obradì, obradà, Obradovic”, sulle note di “Obladì, obladà” dei Beatles...
E come potrei dimenticarlo? Chi ha inventato quel coro ha tutto il mio rispetto per l'originalità! Era un grande onore giocare per tifosi così appassionati e divertenti. Ogni tanto riascolto “Obladì obladà” e quando capita ripenso alla Virtus Roma.

Gara 3 ottavi di finale contro Siena, 1999. La tua ultima vittoria, mentre la NATO bombarda la Serbia...
Fu un periodo molto difficile per me e per la mia famiglia, che era a Belgrado. In qualsiasi momento potevano essere colpiti come obiettivi collaterali, si diceva così all'epoca. Fu difficile per me restare concentrato. Pensai che se avessi giocato bene poi avrei avuto la possibilità di parlare e di farmi ascoltare da più persone. Ma poi, se ricordate, mentre stavo dando l'intervista alla Rai i nervi non hanno retto e non ero in grado di parlare. Durante la partita ho provato a lasciare fuori tutti i problemi e ad essere me stesso in campo.

Hai seguito le imprese della Virtus della scorsa stagione?
Ho visto molte partite della scorsa stagione e ho tifato sempre per la Virtus e per Marco Calvani. Lui ha fatto un grande lavoro, forse il capolavoro della sua carriera. Ha tratto il massimo, forse anche di più, dai giocatori che aveva. Spero che trovi al più presto una panchina importante.

Che partita ti aspetti stasera?
Questa è una squadra che mi piace. Ci sono alcuni giocatori che avrei voluto prendere per l'Alba Berlino e con un bravo allenatore come Luca potranno migliorare molto in futuro. Anche noi abbiamo tanti giocatori nuovi e abbiamo bisogno di tempo per migliorare. Penso che sia una sfida equilibrata e la Virtus ha anche la possibilità di aggiungere Bobby Jones. Con lui saranno più forti di come sono in campionato. Penso che a Roma sia favorita la Virtus, mentre noi lo saremo a Berlino, al ritorno.

Dopo aver giocato nell'Alba Berlino, hai giocato a Roma. Adesso, dopo aver allenato l'Alba Berlino, ti piacerebbe un giorno allenare la Virtus?
Io coach di Roma? Suona bene. La scorsa estate ho tirato tre monete nella fontana di Trevi e infatti sono ancora qui. Oggi vorrei fare la stessa cosa e chi lo sa, forse un giorno... Ma adesso mi auguro solo che Luca Dalmonte possa fare il miglior lavoro possibile con la mia squadra preferita. 

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