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sabato 28 giugno 2014

Identità



Vabbè, ammettiamolo. Ieri l'abbiamo pensato tutti, guardando le immagini della festa scudetto di Milano. Quando tocca a noi? Per un po' – dal 2001 per la precisione - ci hanno raccontato che non si poteva vincere perché c'era Siena che era troppo forte. L'hanno pure scritto nei libri. Nel frattempo, però, altre 9 squadre hanno vinto almeno un trofeo: le due bolognesi, Treviso, Avellino, Napoli, Cantù, Reggio Emilia, Sassari e, appunto, Milano. Ora Siena addirittura non ci sarà più ma verosimilmente, continuando a spendere e spandere, sempre attraverso Milano bisognerà passare. Intendiamoci: non c'è niente di male nell'avere tanti soldi e spenderli per fare una squadra forte. E' molto peggio costruire squadre forti frodando il fisco. E senza spendere tanti soldi molto difficilmente si vince.

Milano ha vinto perché s'è comprata allenatore e giocatori della Siena che l'aveva battuta. Ieri Luca Banchi a stento esultava, David Moss ha giocato una finale quasi sentendosi in colpa. Dopo l'acquisto di Hackett, Livio Proli ha cambiato strategia in Lega e ha appoggiato l'elezione di Minucci (è esistito Minucci, ricordiamolo). Milano non vinceva nel 1996. Allora non aveva vinto comprandosi gli altri, erano gli altri, Stefanel, che s'erano comprata Milano, portandoci di peso la loro squadra, già molto forte e che batteva spesso una Olimpia declinante. Il giorno della partita decisiva contro la Fortitudo il Forum non era neanche esaurito, perché non c'era mai stata una vera identificazione tra la città e la squadra.


In sintesi, nel 1996 aveva vinto la Stefanel Trieste che s'era comprata Milano. Nel 2014 ha vinto Milano che s'è comprata mezza Siena che l'aveva battuta. Tra il 2007 e il 2013 ha vinto una squadra costruita con la frode. Non è di questi successi, o senza identità o con l'identità rubata, che bisogna essere invidiosi. E' a quelli delle varie Cantù, Reggio Emilia e Sassari che bisogna guardare. E a quello della Virtus Roma 2012-13, la squadra che non c'era che ha perso contro la squadra che non doveva esserci. E che da quell'anno ha cominciato a ricostruirsi una propria identità grazie alla passione dei suoi tifosi, che adesso hanno praticamente iniziato la campagna abbonamenti prima ancora che la campagna abbonamenti parta. Grazie a loro, anche a chi s'abbona senza campagna, a chi compra il biglietto, a chi dedica un po' del suo tempo e dei suoi pensieri alla Virtus, la nostra identità la costruiamo ogni giorno. Grazie a loro vinciamo ogni giorno. E vinceremo, un giorno. 

sabato 14 giugno 2014

Gli abbonati senza campagna



Da Il Romanista del 14 giugno. La campagna abbonamenti ancora non c'è, ma gli abbonati sì.

Sono pochi, d’accordo. Ma hanno una passione e una forza in grado di spostare le montagne. Sono i tifosi della Virtus Roma. Erano pochi quando nell’aprile del 2012 scesero in piazza per chiedere al comune di non far morire un pezzo della loro anima, quindi la Virtus. Non se ne sono vergognati e l’hanno fatto lo stesso. Sembrano pochi anche adesso (e non necessariamente sono gli stessi), ma lavorano per essere di più. Hanno colto la voglia di rilancio del presidente Toti nell’ultima conferenza («Torno all’Eur ma voglio tanti abbonamenti») e hanno subito lanciato una pagina facebook che incita ad abbonarsi per la prossima stagione. Bè, in poche ore a quella pagina hanno aderito più di 250 utenti. Alcuni pronti ad abbonarsi già il giorno dopo, altri pronti a farlo per la prima volta, altri ancora pronti a rifarlo dopo avere smesso. Ma non solo: quella pagina è diventata un vulcano di proposte e idee per iniziare a riempire il Palaeur.

Un segnale importante. Perché significa che i fedelissimi hanno colto il senso delle due serate all’Eur durante i playoff. E hanno capito che il clima che c’era, sia nella vittoria sia nella sconfitta, può far solo bene per il futuro. L’abbiamo già detto, lo ripetiamo: Roma vuole bene alla Virtus più di quanto facciano presumere le presenze al Palazzetto. C’è tanta gente che non aspetta altro che essere presa per mano e riportata al Palaeur. E’ quella la casa della Virtus. Non può essere un caso se, in vantaggio 2-0 con Cantù, c’erano 2700 persone al Palazzetto, mentre in svantaggio 0-2 con Siena ce n’erano 6200 all’Eur (e 5500 in svantaggio 0- 3).

Tocca a tutto il mondo Virtus, a lungo troppo chiuso in se stesso, aprirsi un po’ di più. E’ il
primo passo per raggiungere l’obiettivo che si è posto Toti, il cui entusiasmo ha fatto solo del bene all’ambiente. I tifosi lo stanno facendo, perché invece di apostrofare altri tifosi come "occasionali", s’ingegnano per trovare un modo per farli diventare fedelissimi. Ora tocca alla società. Sarebbe importante far partire la campagna abbonamenti il prima possibile, con iniziative promozionali adeguate. Nella pagina facebook "Abboniamoci! Virtus Roma 2014-15", si possono trovare tante idee.

mercoledì 11 giugno 2014

Eurochallenge

Non c'è alcun motivo valido per fare l'Eurochallenge l'anno prossimo. O forse sì, ce n'è solo uno. Guardate i trofei:



sabato 7 giugno 2014

La smorfia del Palalottomatica



Come sapete, all'esterno del Palalottomatica c'è un'installazione luminosa ispirata a una vecchia smorfia del '700. Questa: 

PROROGA 7
Eh sì, si proroga l'agonia. Ma mica la nostra.

PALIO 12
Scusa, hai detto palio?

GAMBA 3
L'infortunio di Mbakwe. Come se non fossero bastati, durante la serie, quelli a D'Ercole e Goss.

LUNA 70
Non sono mica di un altro pianeta. Se non si fosse fatto male Goss in gara1 (o magari avessero fischiato il fallo su Mbakwe e se D'Ercole non avesse saltato le prime 2...

ETICO 71
Il coro “Devi morire” a Mbakwe. Sono gli stessi che, con l'aiuto di Luca Banchi, avevano sbeffeggiato Bodiroga nel giorno in cui non solo tutto il Palaeur, ma tutto il mondo del basket, lo applaudiva. In entrambi i casi, non dovevano esserci.

TESTO 10
Lorenzo D'Ercole sotto la curva.

PALLE 77
Bobby Jones che perde palla, torna in difesa per far sbagliare Viggiano e poi prende rimbalzo e fallo. Tutto quello che ha fatto prima, Bobby Jones. Quello che ha fatto dopo: aveva ancora la lingua di fuori e il fiatone mentre tirava i liberi del 64-59.

BOCCA 80
Cosa ha detto Bobby Jones a Carter? Anche sapendolo, dubitiamo che si possa dire.

MACCHERONI 26
Mamma butta la pasta. Proprio dopo quei 2 tiri liberi.

QUARTO 71
E Quinton?

URLO 52
L'urlo del Palaeur quando si sono inventati il fallo di D'Ercole su Haynes. Grazie Weidmann, per non aver fischiato tecnico a Silins. Grazie Dalmonte, per aver capito che lì dovevi prenderti il tecnico e far esplodere l'urlo del Palaeur.

CALICE 36
Weidmann, ma quanti te ne sei fatti?

TOPO SOLO 66

Ferdinando...

venerdì 6 giugno 2014

Goss: "Bellissimo vincere qui, speriamo di tornarci. Il mio futuro? Non ho firmato con nessuno"

Phil Goss in sala stampa:

"In una partita come questa devi giocare sempre al 100%. Perdere voleva dire essere eliminati. Alcuni di noi hanno stretto i denti per giocare. Ora Trevor sta male, ma se tutti diamo il massimo ce la giochiamo anche a Siena".

Quali sono le tue condizioni fisiche?
"Sento dolore, ho un problema muscolare ma stringo i denti e vado avanti. E' il momento di pensare alla partita, non di riposarsi. Ora è il momento di combattere".

Ci sono analogie con gara6 a Cantù l'anno prossimo?
"Tutto diverso. Diverso il contesto, l'annata, la squadra. La cosa importante è farsi trovare pronti. Ci siamo guardati in faccia, ci siamo dati forti motivazioni. Dobbiamo fare così. Dare il massimo per giocarcela anche lì fino all'ultimo".

Che sensazioni hai provato a giocare al Palaeur?
"Avevo già giocato qui quando ero a Varese. Ma non era la stessa cosa. C'erano meno tifosi e non c'era questo calore. E' stato bellissimo. Già l'anno scorso la squadra ha lavorato duro ed essere tornati qui, con questo tifo, è un grande riconoscimento per tutti. Per la squadra di quest'anno e per quella dell'anno scorso. Speriamo di tornare qui".

Vuoi commentare il tuo possibile vantaggio a Venezia.
"Non ho firmato niente, penso solo a giocare. Non ci sono notizie".

Dalmonte: "Ora a Siena a testa alta. Vincere al Palaeur è una grande cosa"

La conferenza stampa di Dalmonte:

"Doveva essere la partita dell'orgoglio e del rispetto. Alla squadra ho detto che così come le persone, nella vita, ogni giorno si conquistano uno step in più grazie a una condotta di vita a testa alta per dare e guadagnarsi rispetto, così dovevamo fare noi da professionisti. Dovevamo rispettare il contesto e la gente che è venuta, tanta quasi quanta ce n'era a gara3. Lo dovevamo alla maglia e alla nostra stagione. Che meritava una partita così. Questo è stato il punto di partenza. Poi ci sono tutte le situazioni tecniche: abbiamo aperto di più il campo, abbiamo giocato con più passaggi rispetto ai palleggi, abbiamo avuto più pazienza per cercare seconde e terze opzioni di tiro e siamo stati più attenti in difesa, con regole più certe, anche se abbiamo regalato qualche punto di troppo. Dopodomani serve un ultimo sforzo per assestare il numero delle palle perse e dei rimbalzi concessi. Si può sbagliare un tiro, si può sbagliare una difesa, non si può sbagliare nella qualità delle persone e nell'orgoglio. Adesso andiamo a Siena, siamo consapevoli che loro sono una squadra che gioca la migliore pallacanestro e lo hanno dimostrato anche stasera. Non sono i più forti, ma giocano la migliore pallacanestro. Oltre alle spaziature, che sono figlie del lavoro e delle caratteristiche individuali, hanno un grande altruismo nel passarsi la palla. Ora vorranno chiudere la serie in casa, noi ci aggrapperemo a dettagli tecnici e a qualcosa che deve venirci da dentro. Stasera abbiamo fatto un grande sforzo. Andiamo a Siena a testa alta con zero presunzione e legittima ambizione. Perché no?"

Quali sono le condizioni di Mbakwe? Senza di lui la squadra è andata bene.
"E' nelle mani del nostro staff medico, che nelle ultime ore sta facendo un grande lavoro. Anzi, lo ringrazio per tutto quello che ha fatto per recuperare D'Ercole e Goss. Non ho dubbi che verrà messa la stessa celerità per Trevor, ma solo domani avremo notizie certe. Bene nell'ultimo quarto senza di lui? Abbiamo avuto un Kanacevic che ha retto bene anche se fa uno sforzo importante nel giocare da 5, lui che è un 4. E gli fa onore".

L'arbitraggio?
"Un fallo giusto per noi e sbagliato per loro, con le mie proteste e il tecnico, è qualcosa che fa parte della pallacanestro. Succede. Abbiamo avuto qualche episodio non condiviso, ma ho anche la massima serenità con loro per il passato e per il futuro. Non è un mio argomento. Il fallo su Mbakwe in gara1? Ormai siamo a gara5. Non conta più. Su quell'episodio ribadisco che degli arbitri in sede pubblica non parlo. Non voglio dare alibi a noi né togliere meriti agli avversari. Sbagliano, come i giocatori e gli allenatori. Ci sono le sedi opportune per parlarne".

Sotto 0-3, in quel momento del fallo tecnico... è il sogno di ogni allenatore vedere la squadra reagire.
"Abbiamo dimostrato forza mentale. Orgoglio e rispetto, ciò di cui parlavo prima. Ce l'avevamo e ci hanno aiutato, come nell'infortunio di Mbakwe. Il sogno di un allenatore? Finisse domani qualsiasi cosa, posso dire che vincere una partita da allenatore al Palaeur è una grande cosa".

giovedì 5 giugno 2014

Ritrovarsi là, dove ci si poteva facilmente perdere



Non è importante dove giocherà Phil Goss l'anno prossimo. E' molto più importante che ieri abbia giocato quando nessun altro americano, e chissà quanti italiani, l'avrebbe fatto. Rischiando di farsi ancora più male, a discapito di se stesso e anche della squadra dove giocherà l'anno prossimo. Qualunque essa sia, sarà stato bello aver tifato per un giocatore come lui. Il cuore che disegna con le mani sembra piccolino, ma in realtà il suo è grande così e, anche se non ce n'era bisogno, ce l'ha dimostrato un'altra volta, in una sera solo apparentemente triste.

Sì, non credo che sia stata una serata triste. Sono sicuramente strano, ma d'altronde se fossi normale non permetterei che il mio umore venga condizionato da una partita di basket. Però non dobbiamo dimenticarci che se all'inizio dell'anno ci avessero detto che saremmo arrivati nelle prime 4, tanti di noi non ci avrebbero creduto. Se ce lo avessero detto un mese fa, quasi tutti ci saremmo messi a ridere. Invece ci siamo ancora, per il secondo anno consecutivo, certo non con un budget da prime 4 e al termine di una stagione dove c'è stato da cadere e rialzarsi più di una volta. Questa squadra sghemba, storta, a volte avulsa e più spesso convulsa, che ci ha reso più confusi che felici ma che a un certo punto era addirittura prima, con tanti ed evidenti limiti, ha vinto 2 volte in 3 giorni a Cantù, dove avevano perso tutti. E poi ha vinto un supplementare durissimo dopo essere stata ripresa all'ultimo secondo, quindi nella condizione ideale per perderlo.

E' per questo che ieri c'erano 6200 persone al Palaeur. Scelta giusta, non solo perché al Palazzetto 2700 persone sarebbero rimaste fuori. Ma perché in un Palasport così grande dove è facile perdersi, secondo me invece ci siamo ritrovati. Chi c'era ha soprattutto tifato. Al di là di quel che può essere scappato dalla bocca del vostro vicino di posto, non s'è sentito un fischio. Ho sentito solo tanto tifo, finché c'era un lumicino di speranza. Ho sentito un “Che sarà, sarà...” ispirato a un vecchio Roma-Bayern Monaco che segnò la fine di un ciclo. Anche lì si partiva da 0-2. Quel giorno l'Olimpico esultò all'inutile gol di Nela, come ha fatto ieri il Palaeur all'ultimo inutile tiro da tre di Mbakwe. Quell'esultanza sapeva di applauso finale. Poi c'è stato pure quello, mentre Jones e Mbakwe lasciavano il parquet.

Quello che sto cercando di dire è che è stato un anno pieno di lacerazioni anche per noi, oltre che per la squadra. Però al Palaeur c'è stato un tifo unito e compatto, al termine di una stagione in cui le “anime” della curva s'erano divise. Ieri nessuno ha tifato per Calvani, ma solo per Dalmonte, anche se non siamo riusciti ad attaccare bene la zona. Il tifo è stato seguito spesso da tutto il palazzo, segno che evidentemente questi “occasionali”, tanto “occasionali”, almeno nei sentimenti, non lo sono. Chissà che non facciano più bene alla Virtus loro che non gli abbonati che insultavano Dalmonte perché voleva salvaguardare la differenza canestri con Pistoia.... Chissà che, avendo il coraggio di aprirsi di più, non ci possa essere da guadagnare... Varrebbe la pena provarci, correndo il rischio di farsi qualche partita con duemila persone in un Palazzo da diecimila.

So bene che non accadrà e comunque mi tengo stretto questo ritorno a casa. Perché ci ho intravisto la dimostrazione di un qualcosa di cui sono sempre stato convinto. Di un qualcosa la cui dimostrazione in carne ed ossa è Phil Goss. E cioè che ciò che l'idea di Virtus può dare tanto a chi è in grado di coglierla e che ad amare la Virtus siamo più di quelli che pensiamo e che l'amore per questi colori può fare molto più di quello che noi stessi pensiamo. Magari basta davvero solo un po' di coraggio.


Dimenticavo: ha vinto con merito la squadra più forte. Composta da giocatori che prima della serie con Reggio Emilia non si sono allenati perché c'era un ritardo nei pagamenti. Non a caso, uno come Phil Goss sta dall'altra parte. 

mercoledì 4 giugno 2014

Mbakwe: "Ci crediamo ancora"

La conferenza stampa di Mbakwe.

Ci credete ancora?
"Ci crediamo tutti quanti. Già ce lo siamo detti a fine partita. Delle sconfitte di seguito ci sono già capitate durante l'anno e abbiamo sempre saputo reagire. Siena è forte e gioca bene, stasera ha trovato ottimi tiri, è una squadra importante. Ma noi ci crediamo e non molliamo, anche se sappiamo che non è semplice. La prossima sarà la partita chiave".

Gioca bene, ma è sotto 3-0. E' frustrante?
"Abbiamo fallito solo nel terzo quarto. E' stato quello il momento decisivo, perché la partita non è più stata punto a punto, ma ci siamo ritrovati a dover rincorrere uno svantaggio in doppia cifra. Non dimentichiamoci che loro sono una grande squadra e giocano bene. La loro zona ci ha impedito di trovare i tiri che volevamo".

Dalmonte: "Grande impegno, qualche errore di troppo. Ora la partita dell'orgoglio"

La conferenza stampa di Luca Dalmonte:

"Stasera, a differenza di altre volte, mi sento di dire che sono veramente molto dispiaciuto per la sconfitta. Eravamo al Palalottomatica. Mi spiace per la gente del Palalottomatica. Faccio fatica a trovare qualcosa a livello d'impegno, non tanto di prestazione, da rimproverare alla squadra. C'è stato rispetto per la riapertura di questo impianto e per i tifosi. Gli errori sono stati tanti, ne possiamo parlare, ma fatico a trovare critiche verso la preparazione, la voglia e il rispetto che la squadra ha avuto per la partita. Alcuni errori sono avvenuti per mancanza di "presenza" e di concentrazione. Spesso abbiamo fatto errori di lettura contro la zona di Siena per troppa foga. A volte abbiamo colpito dove volevamo ma non abbiamo avuto la forza e la costanza mentale di andare con insistenza dove c'erano vantaggi per noi. Ma sono errori di gioco. Però ripeto che per volontà, essere pronti e rispetto verso la partita, la location e il pubblico, la squadra non meriti rimproveri. Ora ci aspetta la partita dell'orgoglio. Tutte le nostre forze devono essere concentrate in questa direzione".

Che cosa è successo nel terzo quarto? L'atteggiamento difensivo della squadra?
"Prima ho detto che abbiamo fatto alcuni errori di lettura. La verità è che Janning ha spaccato la partita e lo ha fatto anche con tiri contestati. E' sottile il confine tra le nostre mancanze e la qualità di un giocatore come lui che va in ritmo con tre tiri di seguito, alcuni di questi contestati. Ci sono stati errori difensivi, anche in altre situazioni. Ma in quel caso, nel terzo quarto, va presa in considerazione anche al qualità di chi tira. D'altronde siamo alle semifinali scudetto".

Come mai tante difficoltà a costruire un tiro per Baron?
"Siena ha difeso per più di 20' con una 3-2 match-up. Bisogna partire da questo presupposto. Prima parlavamo di Janning: non ci sono situazioni speciali per lui. Quello che conta è il ritmo dell'attacco e il ritmo lo danno le caratteristiche dei giocatori. Se partiamo da due tiri e due passaggi possiamo innescare i giocatori. Se invece fermiamo troppo spesso la palla, ad esempio, tutti perdono il ritmo. Il sistema è anche figlio della somma delle individualità. Non cambiamo giochi e sistema da partita a partita. Ci sono partite con più o meno ritmo e con più o meno attenzione da parte delle difese avversarie. Il difensore di Baron, inoltre, non aiutava mai e non si staccava mai da lui".

Di tutte le squadre che fanno i playoff, Siena è l'unica con cui Roma non ha mai vinto quest'anno.
"Ci sono squadre più fastidiose di altre, non c'è dubbio. A mio modo di vedere la somma delle individualità, inserite nell'organizzazione di gioco, ci infastidisce. Siena è una delle pochissime squadre dove, ovunque ti giri, non abbiamo un vantaggio di "taglia" in alcun ruolo. La taglia di Viggiano e Carter è quella di Hosley. Sulle guardie lasciamo stare, nei 4 e nei 5 siamo lì o comunque non abbiamo vantaggio. Per questo siamo costretti ad essere aggressivi nei pick and roll con i lunghi, perché le loro guardie hanno una taglia maggiore. Da lì nascono rotazioni dove siamo spesso penalizzati. Nei nostri errori dobbiamo considerare anche gli altri. Poi ci può stare di soffrire una squadra più o meno di un'altra".



lunedì 2 giugno 2014

Dalmonte: "Penso solo a gara3"

Le parole di Luca Dalmonte in sala stampa:

"Devo fare una scelta drastica. Se far vincere la parte emotiva o la parte razionale. Non posso permettermi di far vincere la parte emotiva. Mi aggrappo alla parte razionale, che è ruvida e cruda. Se dovessi seguire la parte emotiva mi perderei nell'analisi di una partita non giocata. Devo quindi accettare ciò che è successo. Avessimo perso come in gara1 saremmo comunque 0-2. Lo scarto di stasera non incide sulla terza partita. Dobbiamo avere la forza di analizzare la prestazione razionalmente e archiviarla dal punto di vista emotivo. Dobbiamo trovare equilibri in attacco e difesa in un assetto che in poche ore abbiamo dovuto stravolgere. E' un'analisi che ci deve imporre di aumentare l'attenzione. Ma non è mio costume parlare delle assenze, devo prendere atto che i nostri equilibri vengono stravolti e serve uno sforzo notevole per dare letture diverse ad ogni situazione. Per forza di cose dobbiamo dare più importanza a certi giocatori, perché non c'è alternativa. Sulla partita ho poco da dire. La partita ha parlato da sola. Sto già pensando a gara3. Non c'è tempo per farsi prendere dall'emotività. Sono i playoff, una partita come questa non deve lasciar traccia. Se accade, vuol dire che non siamo pronti per giocare i playoff. Non ce lo possiamo permettere. Durante l'anno capitano delle partite come questa. E hai una settimana di tempo per metterla alle spalle. Ora però lo scenario è diverso. Dobbiamo avere la capacità di resettare, non c'è alternativa. Voglio una squadra a testa alta, pronta a giocare tra 48 ore. E dimostrare che merita di stare qui. Perché se ci siamo è perché ce lo siamo guadagnato, superando cicatrici profonde. Per questo dobbiamo avere la forza di essere pronti tra 48 ore. Non mi devo preoccupare di quanti giocatori ho a disposizione. Con quelli che siamo, dobbiamo arrivare al top. D'Ercole sta migliorando, per Goss avremo notizie più certe domani".

Meno ventiquattro

Sì, lo so. Goss forse non ce la fa neanche per gara3. Lo sapremo domani.
Sì, lo so. Hosley e Baron dovevano riscattarsi invece uno sembrava che ti stesse facendo un favore e l'altro non s'è capito bene che cosa stesse facendo.
Sì, lo so. Quando Haynes non va, ti massacrano Green e Carter (!)
Sì, so pure che se alla fine del terzo quarto hai zero palle recuperate e 14 perse, non è che puoi sperare di andare molto lontano.
E so pure che se prendi 2 rimbalzi in attacco nel primo quarto, zero nel secondo e uno nel terzo, vai sempre lì: non molto lontano.
E so anche che è frustrante quando non solo il vantaggio degli altri aumenta, ma ti rendi conto perfettamente che non diminuirà, anzi, più passa il tempo e più aumenterà.
So perfino che non è bello sentirsi più volte nella stessa sera il canto della Verbena, “Nerone bruciali tutti” e simili, mentre un presidente nell'intervallo deve essere accompagnato dalla sicurezza.
So che non solo non è bello sentir cantare “i campioni dell'Italia siamo noi” da chi da tempo non doveva esserci, ma è direttamente ridicolo.
So che non solo non è bello sentir cantare “era fallo su Righetti”. E' peggio che ridicolo, perché significa usare i furti per sbeffeggiare i derubati.
A proposito, mancava il coro "era fallo su Mbakwe". Non siete molto reattivi.
E poi basta, perché mica voglio fare il saccente.
Non so mica così tante cose.
Ad esempio, non so quanta gente ci sarà al Palaeur. Probabilmente meno di quanto speravamo.
Però un'altra cosa la so.
Che chiunque ci sarà deve urlare fino alla fine, perché la fine potrebbe essere ancora lontana. L'ha detto Goss, sotto la curva, ai tifosi che sono venuti fino a Siena per tornare con 24 punti sul groppone. Il gesto era chiarissimo. Ci vediamo al Palaeur. Deve farsi sentire e crederci. Bisogna avere fede.
La fede infatti non si ruba.
Possiamo dirlo.
Noi.


Forza Virtus, ci vediamo al Palaeur.

domenica 1 giugno 2014

Haynes. Il nero di Siena. Crespi, operazione time-out.


Ci sono tanti fattori nella sconfitta subita in gara1. Non solo l'evidente fallo su Mbakwe nell'ultima azione, dove Ortner lo spinge col braccio sinistro (se non vi basta la foto di Ciamillo-Castoria presa dal sito sportxpress, la trovate in questo video: http://www.gazzetta.it/include_hp/VideoWall.shtml?pos=3 ) Analizziamoli, cercando di essere il più possibile freddi.

Il loro nero. Haynes, che avete capito?

Il loro arresto. E tiro. Di Carter. Che avete capito, anche stavolta?

Le guardie. Nel senso dei loro esterni, solo in quel senso. Ma questo già si sapeva.

I ladri. Di palloni, infatti loro ne hanno rubati tre in più. Ma che anche stavolta avevate capito male?

Le tasse da pagare. Ogni volta, qualcuno fa la partita della vita. Cournooh in campionato, Ress contro Reggio Emilia, Hunter stavolta. Sì, questo intendevo: non è che potete pensare sempre male, eh?

I domiciliari. Nel senso che in casa loro sono forti. Scusate se mi sono espresso male e vi ho fatto pensare ad altro anche stavolta.

La strategia difensiva. Fare attenzione, quella loro funziona bene. Non servono avvocati, qualora aveste capito male, come al solito.

La procura. Quella dei giocatori è degli agenti, che a volte l'hanno anche sugli allenatori. Ma è solo una curiosità, non fate i soliti.

Operazione time-out. A 97 centesimi dalla fine sul +2 e palla in mano. Come in campionato, a 2 secondi dalla fine sul +6 e palla in mano. Ah, se aveste capito male anche stavolta, l'operazione time-out è quella di Crespi, eh.

Essedue. Ops, scusate. Volevo dire garadue. M'è scappato, non volevo certo farvi pensare male.


Dai su, scacciamo via i cattivi pensieri. Lunedì c'è essedu... pardon, garadue.