Ieri ho consegnato una copia del libro a
Fulvio Polesello. Proprio lui, che fu il primo a toccare la Coppa dei Campioni
mentre qualcuno di voi lo tirava per la maglia provando ad abbracciarlo. Ci
siamo visti a Spinaceto, non lontano dall'urlo del Palaeur. Abbiamo parlato
della Virtus di ieri, di quella di oggi, e di chissà che cosa sarà, e se sarà,
domani. Oltre che di quelle interviste raccolte tanti anni fa e conservate
apposta perché magari un giorno... chissà... l'urlo del Palaeur diventasse un
libro.
Fulvio è stato un grande capitano. C'è un capitolo dedicato a lui che fa capire
quanto fosse importante il suo esempio per il resto della squadra e perché,
dopo lo scudetto e l'addio di Castellano, fosse naturale designare lui. Dalla
Virtus non è stato trattato come meritava. Però, l'ho trovato sereno. Quasi
ringiovanito. Probabilmente sarà il minore stress, sicuramente sarà la piccola
Giulia che guardava con curiosità le foto del papà da giovane.
Ma la cosa che mi ha colpito di più è che
ha voluto una copia firmata. «Cioè – mi ha detto un amico fan dei Beatles a cui
l'ho raccontato – come se Paul McCartney mi chiedesse l'autografo». Non ero
preparato, forse la dedica non è stata delle migliori, ma spero che gli abbia
fatto piacere.
Fulvio è stato un grande capitano
perché è una grande persona.