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giovedì 25 settembre 2014

La strada per il Palaeur è appena iniziata (ovvero: ecco perché la campagna abbonamenti non va considerata una sconfitta)

Trent'anni fa, appena tornato dal Brasile, il Banco scoprì che non avrebbe potuto utilizzare il Palaeur. L'Ente Eur, infatti, ha finito i soldi e ha rotto tutti i contratti con le ditte che dovrebbero occuparsi della manutenzione dell'impianto. E per risolvere il problema non ci vorrà poco tempo. Il Banco sarà costretto a giocare in Piazzale Apollodoro chissà fino a quando. Il Corriere dello Sport definisce la prospettiva “un incubo”. Bianchini dichiara: “E' incredibile, ma se ai politici non importa giocheremo a Settebagni. Tornare al Palazzetto è un passo indietro. Le luci sono inadatte, i canestri poco regolari, gli spogliatoi penosi, la sala stampa non attrezzata. E tanti saluti all'azione di divulgazione che abbiamo fatto”. Qualcuno propone che l'Ente Eur passi al Coni. Qualcun altro propone la copertura del centrale del tennis. In società sono tutti arrabbiati.

Sono passati trent'anni. Il centrale del tennis è cambiato due volte, ma continua a non esserci la copertura. La Virtus per il quarto anno consecutivo giocherà al Palazzetto, qualcuno è triste e qualcuno è contento. Accadrà perché non sono stati raggiunti i 2400 abbonati, com'era scontato che fosse. D'altronde, non puoi pensare di fare il record di abbonamenti degli ultimi 25 anni quando ha il budget più ridotto degli ultimi 25 anni per fare la squadra (e pagare l'affitto dell'impianto). Né c'è bisogno di una campagna abbonamenti per dimostrare che c'è più pubblico all'Eur piuttosto che al Palazzetto. E' così, è dimostrato sia da 34 anni di storia in Serie A di questa società, sia da ciò che è avvenuto l'anno scorso: avanti 2-0 con Cantù, c'erano 2700 persone al Palazzetto. Sotto 0-2 con Siena, c'erano 6200 persone all'Eur.

L'errore è stato fatto al punto di partenza. I 34 anni di storia della società in Serie A, oltre a dimostrare anche che il presunto “ambiente più caldo” nel Palazzetto incide meno di zero sui risultati, avrebbero dovuto distogliere dal legare la scelta del Palasport in cui giocare agli abbonamenti. Perché la cultura dell'abbonamento qui non c'è mai stata. Abbiamo assistito spesso ad annate al Palaeur con pochi abbonati ma picchi di presenze importanti e medie stagionali finali di molto superiori al numero di abbonati. Già questo sarebbe sufficiente per andare stabilmente all'Eur, perché l'obiettivo deve essere avere 3501 persone nel palazzo grande piuttosto che 3499 in quello piccolo. E non ha molto senso sfidare la gente al grido di: “Volete il Palaeur? Allora abbonatevi”. Una società che ha l'obiettivo di aumentare i propri tifosi non sfida la gente, ma le va incontro. L'intenzione forse non era quella, ma a molti ha dato questa impressione.

Il punto di arrivo, però, è positivo. Basta cambiare la prospettiva da cui guardare le cose. La cultura dell'abbonamento non poteva certo essere creata in un mese. Però i motivi di speranza non mancano. Ci sono stati tifosi che si sono messi addirittura a volantinare per strada. E in realtà la Virtus sta iniziando veramente ad andare incontro alla gente. La campagna abbonamenti è stata fatta bene, andando incontro a qualsiasi necessità, come mai era successo prima. Terminerà a novembre, quando è prevista la seconda gara casalinga di campionato. Se anche ci sarà un solo abbonato in più rispetto all'anno scorso, ne sarà valsa la pena. E magari un giorno si tornerà stabilmente al Palaeur. Se anche servisse per avere uno spettatore in più, col biglietto o con l'abbonamento che sia, ne varrebbe la pena.

Stavolta non è come 30 anni fa. Non è un passo indietro, ma forse, anche se non si vede, abbiamo iniziato a fare un passetto avanti.


Se poi, in fin dei conti, volete sapere come andò a finire con l'Ente Eur 30 anni fa, c'è sempre il libro “Banco! L'urlo del Palaeur”.

lunedì 22 settembre 2014

Coppa Intercontinentale, giorno 8, ultima partita. I campioni del mondo salutano il Brasile



I
23 settembre 1984 si conclude la Coppa Intercontinentale, già vinta dal Banco il giorno prima. La formazione romana affronta l'ultima partita con il Marathon Oil con tutta la tranquillità del caso, e infatti la perde, mentre il Sirio batte il Barcellona. Poi, cerimonia di premiazione, con il trofeo intitolato a William Jones, ex segretario della FIBA che era nato proprio a Roma, alzato da Polesello e il titolo di MVP del torneo consegnato a Marco Solfrini.

Poche le immagini che immortalano questo trionfo. Alcune sono in questa pagina. E nessun video, perché la tv brasiliana riprendeva solo le gare del Sirio e chissà quali viaggi bisognerebbe fare nei loro archivi per ritrovare qualcosa. Se poi, in fin dei conti, volete sapere perché non esistono foto di quelle partite, dovete leggere “Banco! L'urlo del Palaeur”.

Marathon Oil-Bancoroma 112-92 (53-50)
Marathon Oil: Moore n.e., McPipe 13, Price 4, King 12, Kaminski 12, Taylor 4, McCallum 2, Sprewer 18, Greer 28, Walter 21. All. Sergent
Bancoroma: Sbarra 2, Iardella 12, Townsend 18, Flowers 20, Tombolato, Gilardi 8, Polesello 9, Scarnati 2, Solfrini 17, Sacripanti 2, Valente 2. All. Bianchini
Arbitri: Bermudez (Peru) e Heinau (Colombia)
Tiri liberi: Marathon Oil 14/15 Bancoroma 24/28.

Risultati:
Obras Sanitarias-Barcellona 110-91
Sirio-Marathon Oil 114-90
Bancoroma-Sirio 100-88
Obras Sanitarias-Marathon Oil 97-88
Bancoroma-Obras Sanitarias 73-71
Barcellona-Marathon Oil 109-99
Bancoroma-Barcellona 86-85
Sirio-Obras Sanitarias 82-76
Bancoroma-Marathon Oil 92-112
Sirio-Barcellona 90-93

Classifica: Bancoroma 6 Sirio, Obras Sanitarias, Barcellona 4 Marathon Oil 2

domenica 21 settembre 2014

22 settembre 1984: Bancoroma-Barcellona 86-85, il Banco è campione del mondo



22 settembre 1984, certe imprese vanno raccontate dalla fine. A 59” dal termine, il Barcellona è avanti 83-78 e ha la palla in mano. Il Banco ha Flowers, Polesello e Tombolato fuori per falli. Sbarra, Townsend e Gilardi ne hanno 4 a testa. Bianchini è stato espulso. Arriva anche il quinto fallo di Townsend. In campo ci sono gli ultimi rimasti: Sbarra, Scarnati, Iardella, Gilardi e Solfrini, improvvisato pivot. Sbarra recupera palla e subisce fallo da Howard (quinto). Segna i liberi, 83-80, 54” al termine. Solozabal prova a portar palla il più a lungo possibile, serve De La Cruz sotto canestro, che sbaglia e poi commette fallo su Solfrini a rimbalzo. Anche Solfrini non sbaglia: 83-82, mancano 27”. Bisogna fermare il cronomatro. Fallo su Solozabal, che però non sbaglia: 85-82 per il Barcellona, 20” al termine. Bisogna far presto. Coast to coast di Gilardi, arresto e tiro da tre metri, canestro: 85-84. Mancano 8 secondi. Pedro Ansa tenta il lancio lungo per Sibilio, ma le braccia infinite di Marco Solfrini intercettano il pallone. Non lo mette neanche per terra, va direttamente in terzo tempo, la palla danza sul ferro per un tempo che sembra infinito e poi entra a canestro. Non c'è più tempo per far niente, non c'è più tempo per niente e per nessuno. Il Bancoroma vince 86-85 e diventa campione del mondo al termine di una partita più dura e incredibile anche della finale di Coppa Campioni di qualche mese prima sempre contro il Barcellona. Nell'ultima giornata, nessuno può più raggiungerlo, tranne squadre con cui ha già vinto.



A rendere assurda, trasformandola in una battaglia, è stato l'arbitro uruguagio Fernandez. Informato del fatto che il Sirio aveva ancora una remota possibilità di vincere la coppa in caso di sconfitta del Banco, s'è adoperato in tal senso. Oltre a far uscire mezza squadra per falli, fischiare ben 5 falli tecnici e ad espellere Bianchini, a un certo punto ha perfino spinto un giocatore per far prendere il rimbalzo a un altro del Barcellona. Che nel primo tempo aveva giocato meglio, proprio come a Ginevra, chiudendo avanti 44-41. Flowers e Polesello a lungo in difficoltà contro i lunghi del Barça, ma Gilardi ancora una volta ha limitato San Epifanio. Non caricandolo di falli, come a Ginevra, ma stavolta impedendogli di segnare. “Epi” ne aveva fatti 40 al Marathon Oil, stavolta s'è fermato a 16 con 3/10 al tiro. Il Banco era finito sotto anche di 9 punti, poi un 5/5 di Townsend, fino a quel momento messo sotto pressione dalla difesa catalana (73 punti in 3 partite per lui) ha sbloccato Roma, dove è stato bravo Sbarra a non perdere il filo del gioco. Il Banco s'era portato addirittura in vantaggio, prima che la serie di uscite per falli lo riportasse sotto. E prima del finale già raccontato, fino al grande gesto di Solfrini, migliore in campo della partita e premiato come MVP del torneo.



E' stata una seconda Ginevra – dichiara l'uomo partita – Anche allora recuperammo contro il Barcellona. Abbiamo rischiato, perché qualcuno s'era messo in testa che il Banco non doveva vincere”. Ecco Bianchini: “La mossa dell'arbitro Fernandez è stata geniale. La mia espulsione ci ha fatto vincere, perché poi Di Fonzo ha fatto le scelte giuste”. Zona 3-2 che ha arginato il tiro da fuori per gli spagnoli, riposo a Townsend che poi ha infilato al serie di 5 canestri consecutivi, pressing.

Il premio per la vittoria, oltre a 3 milioni a testa, è una nottata di libertà assoluta. Il giorno dopo, si terrà la cena ufficiale con tutti i dirigenti. Ma intanto, già un'ora dopo la partita, mentre il Sirio giocava contro l'Obras Sanitarias, all'Hotel Hilton di San Paolo già si stappavano sette bottiglie di champagne.

Bianchini ha vinto 6 trofei in 4 stagioni – scrive Mario Arceri sul Corriere dello Sport – e ha vinto in un ambiente proibitivo, che fu fatale a Milano e Cantù. Questo campionato del mondo per club ha un grande valore morale. Il Banco si conferma la squadra dei record: ha vinto lo scudetto da esordiente nei playoff e Coppa Campioni e Coppa Intercontinentale alla prima partecipazione. Solfrini è l'ala che è mancata alla Nazionale alle Olimpiadi di Los Angeles”.

Firma bellissime pagine anche Paolo Viberti su Superbasket. Qualche stralcio: “Era una manifestazione a uso e consumo della palingenesi della pallacanestro brasiliana, mortificata dal nono posto conseguito a Los Angeles e desiderosa quindi di risalire la china in campo internazionale. In questo clima da «vuolsi così colà...», il Banco «caput mundi» ha saputo rompere le catene di un equilibrio prestabilito, sottomettendo sin dalla sua prima partita proprio gli uomini di Mortari. Con quell'episodlo, la politica lasciava iI posto alla tecnica, nonostante iI tentativo disperato dell'arbitro Fernandez, che danneggiava oltre misura i lunghi capitolini nell'incontro Banco-BarcelIona allo scopo di riportare in corsa lo stesso Sirio (in caso di vittoria spagnola...)”
(...)
Ho vissuto «à cotè» dei ragazzi del Banco e ne ho gia registrato altrove l’assoluto affiatamento. Mi sono stupito nel conversare con Townsend e la sua inseparabile Bibbia, nel divertirmi con Flowers e la consorte Katy, nel ritrovare ad ogni angolo di albergo iI sorriso garbato del giovane lardella. Ho imparato, insomma, a considerare una volta tanto una squadra dietro le quinte, enucleandone i comportamenti al di fuori dal campo di gioco. Sotto questo punto di vista, ne sono sicuro, il Banco Roma è senza dubbio una potenza adamantina, compatta e luminosa almeno quanto le pietre preziose della versatile Rio”.




Bancoroma-Barcellona 86-85 (41-44)
Bancoroma: Sbarra 10 (3/6), Iardella, Townsend 29 (13/19), Flowers 14 (6/9), Tombolato 2 (0/3), Gilardi 9 (4/11), Polesello 5 (2/3), Scarnati, Solfrini 17 (7/9), Sacripanti n.e. All. Bianchini
Barcellona: Seara n.e., Sibilio 22 (10/13), Solozabal 19 (6/10), Howard 20 (3/10), Ansa (0/2), Ortiz, De La Cruz (0/4), Crespo n.e., Davis 8 (2/4), San Epifanio 14 (3/10). All. Serra
Arbitri: Bernandez (Uru) e Borio (Panama).
Tiri liberi: Bancoroma 16/18, Barcellona 37/43
Due tecnici ed espulsione a Bianchini al 9’ secondo tempo. Cinque falli st, al 9’ Flowers, al 13’ Polesello, al 14’ Davis, al 18’ Tombolato, al 18’ San Epifanio, al 19’ Townsend, al 20’ Howard. Tecnico a Davis a 11’ st

Risultati:
Obras Sanitarias-Barcellona 110-91
Sirio San Paolo-Marathon Oil 114-90
Bancoroma-Sirio San Paolo 100-88
Obras Sanitarias-Marathon Oil 97-88
Bancoroma-Obras Sanitarias 73-71
Barcellona-Marathon Oil 108-99
Bancoroma-Barcellona 86-85
Sirio San Paolo-Obras Sanitarias 82-76
Bancoroma-Marathon Oil (23 settembre)
Sirio San Paolo-Barcellona (23 settembre)

Classifica: Bancoroma 6 Obras Sanitarias 4 Barcellona e Sirio 2 Marathon Oil 0

sabato 20 settembre 2014

Coppa Intercontinentale, giorno 6 partita 2: Bancoroma-Obras Sanitarias 73-71



21 settembre 1984, basta un eroe al giorno al Banco per proseguire il cammino in Coppa Intercontinentale. Dopo la grande prova di Flowers contro il Sirio, è stata la volta di Solfrini. “Splendido angelo dalle ali invisibili” lo definisce Paolo Viberti, inviato di Tuttosport. Incontenibile nella partita contro l'Obras Sanitarias, durissima, perché la formazione argentina le prova veramente tutte per vincere: box and one con Raffaelli su Townsend, uomo, poi tre a zona e due a uomo (Raffaelli su Townsend e Camisassa su Solfrini). In attacco, poi, schema fisso: il playmaker Romano tenuto a palleggiare per almeno 20 secondi, per poi tirare solo allo scadere dei 30 secondi.

Flowers fatica, zero punti nel primo tempo. Townsend segna, ma non con la stessa continuità che aveva avuto contro il Sirio. E allora emergono gli altri: Tombolato, bravo a sostituire sia Flowers sia Polesello, entrambi carichi di falli. Sbarra, che dirige il gioco con freddezza nei momenti topici. Gilardi, che pur non segnando fa da regista occulto. E poi, su tutti, Solfrini, il più continuo e praticamente infallibile. Ed è giusto che sia lui a segnare il canestro decisivo.

Il Barcellona batte il Marathon Oil e la classifica vede Banco e Obras a quota 2 vittorie, ma il Banco ha una partita in meno. Il Barcellona ha una vittoria e una sconfitta, il Siro due sconfitte, il Marathon Oil tre. Se il Banco batte il Barcellona il giorno dopo, diventa irraggiungibile. Però attenzione, i padroni di casa del Sirio hanno ancora una remota possibilità di vincere la coppa...

Se poi, in fin dei conti, volete sapere che cosa s'inventarono i brasiliani quando scoprirono che il Sirio poteva ancora vincere, non c'è altro da fare che leggere "Banco! L'urlo del Palaeur"

Bancoroma-Obras Sanitarias 73-71 (40-40)
Bancoroma: Sbarra 2 (1/1), Iardella n.e., Townsend 16 (6/9), FLowers 10 (5/8), Tombolato 9 (3/4), Gilardi 2 (1/3), Polesello 8 (3/6), Scarnati n.e., Solfrini 26 (13/19), Sacripanti n.e., Valente n.e. All. Bianchini
Obras Sanitarias: Camisazza 20 (7/14), Campana 4 (1/2), RAffaelli 6 (2/6), Romano 8 (3/8), Frazier 29 (11/18), Gallardo n.e., Milovich 2 (1/1), Gringo n.e., Burnhill 2 (1/5), Bertolini n.e. All. Melendez (o Crippo?)
Arbitri: Steeves (Can) e Bernandez (Uru)
Tiri liberi: Bancoroma 9/11, Obras 18/29

Risultati:
Obras Sanitarias-Barcellona 110-91
Sirio San Paolo-Marathon Oil 114-90
Bancoroma-Sirio San Paolo 100-88
Obras Sanitarias-Marathon Oil 97-88
Bancoroma-Obras Sanitarias 73-71
Barcellona-Marathon Oil 108-99


Classifica: Bancoroma e Obras Sanitarias 4 Barcellona 2 Sirio e Marathon Oil 0

venerdì 19 settembre 2014

Coppa Intercontinentale, giorno 5 partita 1: Bancoroma-Sirio 100-88



20 settembre 1984, ottimo esordio del Bancoroma nella Coppa Intercontinentale. I giornali italiani riporteranno la notizia nell'edizione del 22, mentre dedicano quella del 21 ai resoconti sulla prima giornata. Che ha visto il Sirio prevalere sul Marathon Oil e l'Obras Sanitarias battere il Barcellona. La formazione argentina s'è dimostrata una squadra vera. Polesello vi riconosce anche Carlos Raffaelli, che fu suo compagno di squadra alla Fortitudo Bologna. Hanno anche un ottimo pivot, Frazer, e hanno fatto saltare i nervi all'americano del Barcellona Howard, che ha tirato un cazzotto a Camisassa. Anche il Sirio ha buoni giocatori, ma difende poco. E' bastato per battere il Marathon Oil, che s'è rivelata una selezione di giocatori che non c'entrano niente l'uno con l'altro.

Nella seconda giornata l'Obras Sanitarias batte anche il Marathon Oil, poi tocca al Banco, contro i padroni di casa. E' una vittoria convincente. Solo all'inizio i tiri da fuori di Paulinho creano qualche problema ai campioni d'Europa, che poi alzano il ritmo e prendono il largo. Townsend colpisce da fuori, almeno 4 dei suoi canestri sarebbero da 3 punti. Lui e Gilardi aprono la difesa brasiliana, Polesello e Flowers ne approfittano. L'unico momento di difficoltà è alla fine del primo tempo, quando Bianchini deve togliere Polesello, che ha commesso tre falli. Il Banco subisce un parziale di 10-2 e si passa dal 53-42 al 55-52. Nella ripresa torna tutto a posto, Solfrini annulla l'americano Boynes, danno il loro contributo anche Sbarra e Tombolato. A 4' dal termine arriva il massimo vantaggio (96-80) e ai brasiliani non resta che la carta della disperazione: a 9” dal termine un fallaccio di Gerson provoca una rissa, volano sputi e insulti, entrano in campo anche i giocatori che stavano in panchina. Townsend, che conosce tutti ed è un predicatore, si adopera per calmare gli animi e ci riesce. Il più entusiasta è Bruce Flowers: “Questa squadra è l'ideale per me. Siamo più forti della Cantù con cui ho vinto tutto”.

Se poi, in fin dei conti, volete sapere anche altro, non vi resta che leggere "Banco! L'urlo del Paleur"

Bancoroma-Sirio 100-88 (55-52)
Bancoroma: Sbarra (0/2), Iardella, Townsend 28 (13/17), Flowers 30 (13/18), Tombolato 5 (1/1), Gilardi 14 (5/8), Polesello 8 (4/6), Scarnati n.e., Solfrini 15 (7/10), Sacripanti n.e., Valente n.e. All. Bianchini
Sirio: Geraldo, Fausto 12 (5/14), Gerson 12 (5/7), Rolando Ferreira 2 (1/2), Joel Sanchez 9 (4/7), Guerrinha 4 (2/6), Wagner 14 (5/9), Paulinho, Bosa 16 (7/11), Silvio 10 (4/12), Boynes 9 (3/10), Videira n.e. All. Mortari
Arbitri: Steeves (Canada) e Borio (Portorico)
Tiri liberi: Sirio 16/21, Bancoroma 14/15

La situazione:

Obras Sanitarias-Barcellona 110-91
Sirio San Paolo-Marathon Oil 114-90
Bancoroma-Sirio San Paolo 100-88
Obras Sanitarias-Marathon Oil 97-88


Classifica: Obras Sanitarias 4 Bancoroma, Sirio San Paolo 2 Barcellona, Marathon Oil 0

Coppa Intercontinentale, giorno 4: La vigilia, Trotzky e il post-realismo



19 settembre 1984: giorno di vigilia. Il Banco esordirà il giorno dopo contro il Sirio, padrone di casa e favorito. Si giocherà alle 22, le 3 di notte in Italia, dove Radio Incontro trasmetterà la radiocronaca con la voce dell'addetto stampa Alberto Acciari. “La storia insegna che una squadra europea non ha mai vinto una coppa Intercontinentale disputata in Sudamerica” dice Bianchini. Ma d'altronde il Banco è abituato a riscrivere la storia: è stata la prima squadra a vincere la Coppa dei Campioni da esordiente, la prima squadra a vincere tre trasferte proprio in Coppa Campioni, la prima squadra a vincere i playoff del campionato italiano dopo aver vinto la regular season, la prima a fare un sacco di cose insomma.

E' in forma, Bianchini. Quando gli chiedono di Wright, risponde così: “Ogni rivoluzione vuole le sue vittime. E così, come in Russia si sono accorti che si poteva e doveva andare avanti senza Trotzky, altrettanto abbiamo fatto noi del Banco con Wright. Con lui eravamo nel romaniticismo. Ora siamo nel post-realismo”.

Qualche disavventura anche per l'Obras Sanitarias. La squadra di Buenos Aires non è ancora riuscita a raggiungere San Paolo a causa di uno sciopero delle linee aeree argentine. I cervelloni brasiliani si riuniscono e formulano varie ipotesi: sostituire gli argentini con un'altra squadra brasiliana oppure modificare il calendario facendoli riposare alla prima giornata e facendo giocare subito il Banco.


Se poi, in fin dei conti, volete sapere se il calendario fu modificato e che ne è stato del Banco del post-realismo, c'è sempre il libro “Banco!L'urlo del Palaeur”.

giovedì 18 settembre 2014

30 anni prima, 18 settembre 1984: disavventure a San Paolo



18 settembre 1984, brutte sorprese per il Banco a Rio de Janeiro. Al primo allenamento sul fondo in linoleum del “Ginnasio de Ibirapuera”, i giocatori e Bianchini si chiedono come mai manchi la linea del tiro da tre, regola che è stata introdotta proprio in questa stagione. La risposta è agghiacciante: si giocherà con le vecchie regole. Niente tiro da tre, niente bonus a 7 falli, restano i 2 tiri liberi con possibilità del terzo in caso di errore, il cronometro dei 30” per tirare si riazzera ogni volta che la difesa devia il pallone fuori campo.

“E' una cosa ridicola – tuona Bianchini – Ci sono state discussioni e raduni in ogni parte del mondo per preparare e mettere in atto le nuove regole. E proprio nella coppa Intercontinentale si ignora tutto. E' come se fosse una competizione estranea. Da un mese ci stiamo preparando con le nuove regole. E ora scopriamo che dobbiamo nascondere tutto quello che abbiamo acquisito in un cassetto e ritirarlo fuori al nostro ritorno, quando mancheranno 4 giorni all'inizoi del campionato. Se l'avessi saputo, mi sarei rifiutato di partire. Questa coppa è una specie di museo di come era il basket. Il tutto assurdamente avallato dalla FIBA”.

Si riunisce la commissione tecnica, ma non serve a niente. Le squadre americane sono favorevoli, solo il Banco e il Barcellona sono contrarie. Paolo Viberti, inviato di Tuttosport, dà la sua interpretazione: “Il Sirio deve vincere assolutamente per una serie di fattori. Primo: i brasiliani giocano in casa e beneficeranno di arbitraggi particolari. Secondo: il Brasile deve cancellare al più presto il mortificante nono posto di Los Angeles. Terzo: l'organizzazione ha permesso ai paulisti di schierare rinforzi provenienti da altre squadre (Wagner, Guerrinho, Gerson). Quarto: dopo aver dato le dimissioni due anni fa, il tecnico paulista Mortari vuole tornare al più presto alla guida della Nazionale. Per lui, una vittoria in Coppa Intercontinentale sarebbe un viatico determinante”.

All'hotel “Normandie”, inoltre, il Banco (accolto all'aeroporto da Gilmar, portiere della Nazionale brasiliana di calcio campione del mondo nel 1958 e oggi dirigente del Sirio) e il Barcellona si ritrovano con letti piccoli e pasti inesistenti. Si sfiora l'incidente diplomatico, dato che l'organizzazione non vuole che le due squadre lascino l'albergo. Lo fanno entrambe. Il Banco si trasferisce all'Hilton, ma le disavventure non sono finite. Una capita anche al presidente Timò.

Buone notizie dal campo: Solfrini si è allenato, il gomito è a posto. Giocherà.


Se poi, in fin dei conti, volete sapere cosa accadde al presidente Timò e quanto fu importante il contributo di Marco Solfrini, avete sempre il libro “Banco! L'urlo delPalaeur”.

martedì 16 settembre 2014

30 anni prima: 17 settembre 1984, arrivo a San Paolo del Brasile



17 settembre 1984, dopo la giornata trascorsa a Rio de Janeiro, il Banco si trasferisce a San Paolo, dove Raymond Townsend è ancora un idolo. Giocava nel Sirio, che l'anno prima si chiamava Monte Libano, e allora relaziona Bianchini e i compagni di squadra sui prossimi avversari. “Attenti al fondo in linoleum, spezza le gambe”. Se ne accorgono al primo allenamento. Nell'edizione dell'anno prima, peraltro, il Sirio, allora Monte Libano, aveva perso con Cantù (20 punti di Townsend) e vinto con Milano (16 punti di Townsend). Maurizo Roveri, inviato del Corriere dello Sport, riporta le sue parole: “Sono una squadra portata per l’attacco. Prediligono ritmi intensi, corrono molto, cercano il contropiede. In difesa si faceva sempre zona. Per i brasiliani il basket è attacco: tiro, canestri a ripetizione, fantasia, contropiede. Qui non esiste mentalità difensiva. La punta di diamante è l’americano Wilfred Boynes, è un'ala, veloce, con un buon tiro e conosce il gioco. Ci sono tre nazionali brasiliani”. Conosce anche gli argentini dell'Obras Sanitarias: “Sono una squadra coriacea, compatta, fastidiosa. Giocano duro, praticano un basket spigoloso, ma hanno anche alcuni giocatori di talento. Sono affiatati ed esperti”. Pare che Bianchini l'avesse voluto apposta, affinché spiegasse tutto degli avversari. Poi poteva pure tagliarlo, anzi, aveva quasi messo le mani su un giocatore niente male per sostituirlo...


Bianchini intanto registra i miglioramenti del gomito di Solfrini. E a Tuttosport parla di Flowers: “Quando venne a Cantù era reduce da una carriera universitaria in cui aveva giocato come ala a Notre Dame. Ebbene, in Brianza, nel giro di tre anni, divenne il più forte centro europeo. Ora si trasformerà nuovamente. Saprà essere più competitivo come ala alta e diventerà il miglior power forward europeo”.

Se poi, in fin dei conti, volete sapere chi era il giocatore che avrebbe dovuto prendere il posto di Townsend, c'è sempre il libro Banco! L'urlo del Palaeur

30 anni prima: 16 settembre 1984, il Banco parte per il Brasile. C'è la Coppa Intercontinentale



16 settembre 1984, il Banco parte per il Brasile, dove giocherà la Coppa Intercontinentale. Volo Varic 71, partenza da Fiumicino, destinazione Rio de Janeiro. Poi ci si sposterà a San Paolo, dove il 20 ci sarà l'esordio contro il Sirio, la squadra locale. C'è apprensione per il gomito di Marco Solfrini, che da qualche giorno non gli consente di allenarsi. La comitiva viene accolta da una bella giornata di sole, con 30 gradi all'ombra e un clima che fa passare a tutta la comitiva istantaneamente la stanchezza del viaggio. 11 ore, quasi 15mila chilometri. Oltre al Sirio, che è la ex squadra di Raymond Townsend, parteciperanno anche il Barcellona, che rispetto alla formazione battuta a Ginevra in finale di Coppa Campioni ha cambiato uno straniero (c'è Otis Howard al posto di Marcellus Starks), l'Obras Sanitarias, formazione argentina campione in carica, e una misteriosa selezione americana chiamata “Marathon Oil”.

L'eventuale indisponibilità di Solfrini – dichiara Bianchini – mi crea un problema tattico. Non ho un'ala con le stesse caratteristiche e non potrò schierare una formazione equilibrata. La scelta è tra un quintetto con tre esterni con Sbarra play, Gilardi guardia e Townsend ala, oppure un quintetto lungo con Tombolato ala, al fianco di Polesello e Flowers”. Il programma prevede, dopo una breve sosta a Rio e la visita alla statua del Cristo Redentore, lo spostamento a San Paolo per sostenere il primo allenamento. I negozi sono chiusi, ma il mercatino in centro è aperto e c'è tempo anche per una passeggiata a Copacabana. La comitiva è composta da 52 persone, compresi dirigenti, dipendenti della banca e qualche tifoso del gruppo “Amici del basket” di Franco Lanfernini.


Se poi, in fin dei conti, volete sapere che cosa trovò il Banco a San Paolo, non vi resta che leggere “Banco! L'urlo del Palaeur”.

lunedì 1 settembre 2014

30 anni prima: vinto il Valtellina Circuit, arrivano Flowers e Gilardi



1 settembre 1984. Il Bancoroma batte la Viola Reggio Calabria 91-86 e vince il “Valtellina Circuit”, l'appuntamento più prestigioso del precampionato. Nelle altre partite aveva battuto Ciao Crem Varese (90-87) e Brescia (104-93). In precedenza il Banco aveva vinto anche un'amichevole con la Indesit Caserta e sembra ripetere la fase di avvicinamento alla stagione 1982-83, quando in pratica vinse tutte le amichevoli tranne una. Della comitiva che ha iniziato la stagione fanno parte Sbarra, Townsend, De Angelis, Solfrini, Scarnati, Iardella, Grimaldi, Guerrini, Duri, Rossi, Sacripanti, Polesello, Moffa, Tombolato e Savoia. Nello staff tecnico, con Bianchini e Di Fonzo, ci sono Cipriani, Calzoni e Carosi. Confermatissimo anche il preparatore atletico Massaro. Al ritorno dalla Valtellina si aggregheranno Gilardi, reduce dai Giochi olimpici di Los Angeles, e Flowers, che ha appena firmato il contratto. Bisogna fare le cose seriamente, tra meno di tre settimane c'è la Coppa Intercontinentale... 

Se poi, in fin dei conti, volete sapere come proseguì la preparazione per la Coppa Intercontinentale, non resta che leggere Banco! L'urlo del Palaeur...