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lunedì 22 aprile 2013

22 aprile 1983. Le parole dopo le feste.


E dopo le feste? Oggi abbiamo ancora negli occhi la festa di venerdì sera al Palazzo dei Congressi e la premiazione di ieri al Palazzetto. E dopo il brindisi, la Virtus ha pure battuto Brindisi. Trent'anni fa la festa fu a Piazza del Popolo e le parole furono queste. Una per una:

Larry Wright: Sono felice di aver regalato a Roma questo scudetto e per i miei compagni che hanno condiviso con me una stagione esaltante, lottando sempre con coraggio e grinta.

Enrico Gilardi: Mi sono reso conto che stavamo facendo qualcosa di importante quando ho sentito che anche dal barbiere e al mercato si parlava del Banco. Abbiamo spezzato il mito del ponentino e della debolezza psicofisica dei romani.

Marco Solfrini: Ero venuto qui contando su un buon campionato da metà classifica. Chi si aspettava che finisse così? E' uno scudetto che Bianchini ci ha cucito addosso, responsabilizzandoci e convincendoci che ognuno di noi avrebbe potuto vincere da solo il campionato. Il merito è anche di chi è stato in panchina tutto l'anno ma quando è sceso in campo si è fatto onore.

Fulvio Polesello: Mi chiedo se non sia un sogno. Abbiamo dimostrato come anche una squadra senza tradizione può arrivare al vertice. E' un punto di partenza. Dobbiamo continuare a costruire la nostra tradizione. Il segreto? Siamo un gruppo di amici e la società non ci fa mancare nulla.

Roberto Castellano: Mi chiedo se sia tutto vero. Per tanti la nostra città non poteva vincere nulla. Si tiravano fuori sciocchi discorsi su clima, pigrizia, indolenza. E' tutto smentito. Speriamo ora che tanti ragazzi si possano avvicinare allo sport.

Kim Hughes: Il merito è anche un po' mio. Penso di aver giocato bene anche l'anno scorso, ma la squadra non andava e la gente mi criticava. E' stata dura stare fermo a guardare.

Valerio Bianchini risponde a Peterson, che aveva detto: “Voglio vedere cosa ne farà Roma di questo scudetto”: Non so cosa ci farà Roma con questo scudetto, come lo utilizzerà e se lo utilizzerà. So però cosa ci ha fatto Milano del suo, o forse dovrei dire il Billy: Niente. Non una persona in più è andata a vederli

E Aldo Giordani? Prima celebra lo scudetto, nell'editoriale: “Non crediamo ai risultati ma siamo strafelici di fare un altro esperimento promozionale per il basket, sui Colli Fatali dopo la Padania. Più gente accorre, più il basket ha successo. Ha senso, in questa ottica, parlare di 13 falli in pochi minuti? Lo facciamo in altre pagine, per dovere di informazione cronistica. Qui diciamo solo: Ok Roma , hai interrotto la noiosa supremazia settentrionale. Buon pro ti faccia. E va là che vai bene!”

Poi, un pallino dei suoi:

La federazione è a Roma.
Il Comitato arbitri è a Roma.
Presidente e Commissioner di Lega sono di Roma.
Quattordici arbitri di A sono di Roma.
Le Commissioni giudicanti sono a Roma.
Lo scudetto è a Roma.

Quasi tutte queste istituzioni sono sempre rimaste a Roma. Ma Aldo Giordani non ha mai più spiegato perché, né prima né dopo, lo scudetto andò a Roma.


Il resto della storia lo trovate in "Banco! L'urlo del Palaeur", il libro sull'epopea del Bancoroma che trovate qui:

online sul sito ilmiolibro.it
scrivendo all'indirizzo e-mail bancoroma83@gmail.com per informazioni e richieste
presso la libreria Pagine di Sport di via dei Tadolini 7/9, a circa 150 mt. da piazza Mancini/ ponte Duca D'Aosta
- presso l'edicola di piazza Monte Baldo 9a 200 metri da piazza Sempione
 facendo visita alla redazione de Il Romanista, via Bargoni 8 Roma, dalle ore 15 alle 21 tutti i giorni, sabato e domenica compresi (a proposito: se andate in edicola non dimenticate di chiedere Il Romanista!)


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