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mercoledì 22 maggio 2013

Toh chi si rivede, una semifinale con Cantù (ovvero: di come è possibile e giusto festeggiare senza aver vinto niente)




L'ultima volta che la Virtus ha vinto uno spareggio playoff c'era Marco Calvani in panchina, Obradovic che scoppiava in lacrime a fine partita perché la sua famiglia era in Serbia mentre la Nato la bombardava, Mario Boni che lanciava la maglietta al pubblico per la disperazione del magazziniere, il mitico Nando. «E adesso ai quarti con che cosa gioca?» Per non parlare dell'unica volta in cui la Virtus ha fatto una semifinale con Cantù. Su quella, da queste parti, siamo ancora più preparati. Ieri in parterre Bianchini e Di Fonzo hanno seguito la partita uno accanto all'altro, in quel Palazzetto che 30 anni fa dopo i quarti di finale abbandonarono. Stavolta mancherà solo il Palaeur, che già ieri avrebbe attirato almeno 6-7000 tifosi, per motivi fin troppo facili da spiegare andando oltre i tanti luoghi comuni che poi diventano alibi.

Oggi però parliamo di uno solo di quei motivi. Quello che viene dal campo, dall'invasione di ieri. In fondo non abbiamo mica vinto qualcosa. Vero. E probabilmente non lo vinceremo, com'è normale che sia, perché in giro ci sono squadre più forti. Però la Virtus di quest'anno è un qualcosa di diverso. E' composta da ragazzi che hanno scommesso su loro stessi, qualcuno guadagna meno qui di quanto avrebbe guadagnato in Legadue (Bobby Jones), qualcun altro (non diciamo chi) guadagna in un anno poco più di quello che ha preso Becirovic per un mese a Sassari senza neanche arrivare in semifinale, qualcun altro ancora è Datome e di lui sappiamo tutto. L'ultimo arrivato e uno dei tecnicamente meno dotati, Bailey, ieri era il più avvelenato. E' stata costruita con un budget ridottissimo, inferiore anche a quello della neopromossa Reggio Emilia. Per cui sì, arrivare in semifinale è come una vittoria. Dice: ma l'avversario era “solo” Reggio Emilia. Anche se fosse valido quel “solo”, affrontare questo tipo di avversario è un qualcosa che la squadra s'è guadagnata arrivando terza in regular season. Sapete quante volte in 32 anni di Serie A la Virtus ha fatto meglio? Solo cinque (1982-83, 1984-85, 2002-2003, 2007-2008, 2008-2009).

E allora era giusto festeggiare in quel modo. Perché il pubblico di Roma ha sempre saputo riconoscere quando c'era qualcosa che batteva sotto le magliette e quando no. A volte è stato freddo con squadre che avevano campioni, ma ha saputo accompagnare Virtus come quelle di oggi a un traguardo che non è “solo” battere Reggio Emilia in gara7. E' un traguardo conquistato consumando il parquet del Palazzetto in ogni allenamento e credendoci. In questa stagione abbiamo visto 4 giocatori andare a dare il “5” a un altro che si era tuffato per recuperare una palla già persa. Abbiamo visto un contropiede con 5 giocatori della Virtus che sprintavano e s'erano messi dietro tutti e 5 i giocatori della squadra avversaria. Così pure i passaggi sui piedi, blocchi fatti male e palle accompagnate diventano più dolci.

Ecco perché è giusto festeggiare. Non perché abbiamo ottenuto un traguardo comunque importante e inaspettato, la semifinale. Festeggiamo qualcosa che capita raramente, e cioè il fatto di avere una squadra che ti fa sentire orgoglioso di tifarla. Come le Virtus di Sconochini (il primo) e Jerome Allen (sempre il primo), come la Nazionale dell'Europei 2003 e delle Olimpiadi 2004. Non festeggiamo i numeri, ma i sentimenti che questi ragazzi speciali sono riusciti a far riemergere chissà da dove. Anche se ogni tanto si danno la palla sui piedi. D'altronde, se non lo dimostra la Virtus, che a Roma non c'è solo il calcio, chi altri?  

Poi, per chi volesse saperne di più sull'unica semifinale disputata con Cantù, c'è "Banco! L'urlo del Palaeur", il libro sull'epopea del Bancoroma che trovate qui:

online sul sito ilmiolibro.it
scrivendo all'indirizzo e-mail bancoroma83@gmail.com per informazioni e richieste
presso la libreria Pagine di Sport di via dei Tadolini 7/9, a circa 150 mt. da piazza Mancini/ ponte Duca D'Aosta
- presso l'edicola di piazza Monte Baldo 9a 200 metri da piazza Sempione
 facendo visita alla redazione de Il Romanista, via Bargoni 8 Roma, dalle ore 15 alle 21 tutti i giorni, sabato e domenica compresi (a proposito: se andate in edicola non dimenticate di chiedere Il Romanista!)

4 commenti:

  1. Ti leggo e ricomincio a piangere dall'emozione, dalla gioia, e il cuore batte, batte forte, batte Virtus

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  2. Luca ... stai diventando la memoria storica della Virtus.

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  3. Qualcuno doveva pur farlo, e visto che non lo faceva nessuno.... :)

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