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lunedì 20 maggio 2013

Di come è possibile trovare sempre un modo nuovo per farsi rimontare (e stavolta il Banco c'entra poco)


Questa cosa l'abbiamo già vista. L'abbiamo capito fin da subito, abbiamo visto le facce dei giocatori attraverso la radio e il play by play della Lega. Sono le stesse da anni. Da quando esiste la Virtus, più o meno. O di sicuro da quando ci siamo noi che per questa squadra soffriamo anche quando proviamo a convincerci che non sia così. Anche quando pensiamo che ci è passata e poi magari ti regala una stagione come questa e quello che non se n'è mai andato torna a galla. Qualcuno forse domani non verrà e secondo me non è condannabile. E' troppo amore, troppe volte tradito e, in particolare, sempre dalla stessa cosa. E' una specie di legge di Murphy (Tod, per chi se lo ricorda): se c'è un modo assurdo per perdere una partita, la Virtus Roma lo troverà.

Nel 1984-85 il Banco riuscì a farsi eliminare dalla Scavolini perdendo gara1 in casa, vincendo gara2 fuori e perdendo lo spareggio in casa. Ah, la Scavolini fino a 30” dalla fine della regular season era fuori dai playoff. Nel 1985-86 in Coppa Italia vinse all'andata di 13 contro Milano e poi perse a sua volta di 13 al ritorno finendo col farsi eliminare al supplementare. Nello stesso anno in gara1 dei quarti di finale a Cantù era avanti di 4 a 20” dalla fine e perse (perdendo poi la serie 2-1). Ma c'erano di mezzo anche gli arbitri, come l'anno dopo, quando in gara3 a Pesaro il Banco era avanti di 4 e palla in mano nell'ultimo minuto e poi qualche fischio sbagliato ribaltò tutto.

E possiamo continuare, ah se possiamo continuare. Non è mica autolesionismo. E' solo che lasciarsi sprofondare, in questi casi, è semplicemente più facile. L'era Messaggero iniziò con una serie di partite in cui la Virtus sistematicamente andava avanti di 10 e poi perdeva. Tutte in casa. Accadde contro Milano, Varese e Reggio Emilia. Toh, chi si rivede. Sempre contro Reggio Emilia Il Messaggero riuscì a farsi eliminare dalla Coppa Italia perché nessuno aveva spiegato a Michael Cooper la regola del doppio confronto e lui andò a segnare da due invece che tirare da tre. A Pesaro, nel 1992-93, andò avanti di 12, era a più 4 e palla in mano nell'ultimo minuto e perse. Poi play-out e retrocessione e il ritorno ai playoff nel 1994-95. Eliminata Siena (Toh, chi si rivedrà), in gara1 dei quarti di finale (siamo nel 1994-95) a Bologna la Virtus va avanti di 16 e poi perde. Ma almeno quella era una Virtus Bologna imbattibile.

Saltiamo il 1996 e il playoff con la Benetton che è una storia a parte. Arriviamo al 1997-98. Il capolavoro avviene il 14 dicembre 1997: in casa, contro Siena, la Virtus va avanti di 22 e poi perde di 7 perché Larry Middleton mette 7 tiri da tre nel secondo tempo. Nei playoff 1998-99 in gara1 dei quarti a Bologna, sempre contro le Vu Nere, Roma è avanti di 6 a 30” dalla fine e perde, ma anche lì ci sono di mezzo gli arbitri. L'anno dopo, invece, altro capolavoro. Gara3 degli ottavi contro Trieste al Palaeur, la Virtus a metà secondo tempo è avanti di 18, Henry Williams non fa altro che prendere palla e tirare da tre, sbagliando, e Trieste piano piano rimonta e vince. Fu calcolato che se la Virtus avesse giocato 4 azioni ai 30” senza neanche tirare, avrebbe aritmeticamente vinto. Il fallo di sfondamento (inesistente) fischiato ad Allen su Marcus Brown a Treviso non è colpa nostra, ma l'anno dopo al Palazzetto la Virtus va avanti di 14 contro Imola (che retrocederà) e perde di 8 massacrata da Ambrassa. Parziale del secondo tempo: 54-34 per Imola. Poche settimane prima a Verona aveva fatto la stessa cosa: avanti 31-46 al 18', risultato finale 78-74 per Verona. Parziale: 47-28.

Arriviamo alla madre di tutte le rimonte subite. 5 giugno 2003, gara5 di semifinale contro la Fortitudo, la Virtus è avanti 31-8 dopo 13'. Perderà tra tiri liberi sbagliati, spalle rotte, strane scelte dalla panchina. L'anno dopo ai quarti capita ancora la Fortitudo. Che vince 3-0. In gara3 c'è anche un ultimo quarto da 35-18. Ma in tutte e tre le partite la Virtus butta via vantaggio consistenti. Un anno dopo, ancora Fortitudo, che va avanti 2-1 nella serie. In gara4 al Palaeur la Virtus va avanti 49-32 al 29' e perde perché Giachetti sbaglia un tiro libero a tempo scaduto. In regular season avevamo comunque fatto le prove, sempre con la Fortitudo: 16-3 all'inizio, per poi perdere. Nel 2006 la finale di Coppa Italia viene persa partendo da +13 e ai playoff. Poi a Cantù si perde partendo da +8 a 50” dalla fine e perfino Bodiroga sbaglia i tiri liberi, mentre in gara1 di semifinale con la Benetton (da +10 a 2' alla fine, vinciamo di 1), si perde facendosi rimontare in gara4 dopo aver a nostra volta rimontato (da -10 a +6, poi -8 finale).

Storia recente: semifinale 2006-2007, gara3, serie sull'1-1 a Siena. Sul +6, a meno di 1 minuto dalla fine, Chatman sbaglia un facile tap-in da mezzo centimetro. La perdiamo dopo 3 supplementari e una rimessa invertita nonostante l'istant-replay. Finale 2007-2008, gara3: +21 nel secondo quarto, poi vince Siena. Qualche mese prima, a Mosca, eravamo avanti di 8 contro il Cska nell'ultimo minuto, per poi perdere con un tiro da centrocampo di Langdon all'ultimo secondo. C'è altro? Forse sì, ma più ci avviciniamo nel tempo e più la memoria viene occupata solo dall'assurdità di ciò che è successo a Reggio Emilia.

Domani so che la macchina si metterà in moto da sola e mi porterà al Palazzetto. Ma capite bene che se qualcuno domani non ce la fa, non è certo condannabile... 

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