Dalmonte:
“Fortuna vuole che sono emozionato. Vuol dire che c'è ancora
qualcosa dentro. L'emozione è figlia di quello che sento e di dove
sono. Ringrazio Marco Calvani per quello che ha scritto e detto su di
me. Ci siamo anche sentiti. Già il fatto che mi abbia telefonato per
me è un grande segnale. Sono emozionato perché consapevole di
essere a Roma, con la erre maiuscola. Sono consapevole che si viene
da una stagione fantastica, ai limiti dell'irripetibile. Ci sono
grandi motivazioni, grandi responsabilità. Ma bisogna essere pronti
a gestirle. Da parte mia, oltre all'emozione e alla consapevolezza
c'è la massima motivazione per affrontare questa nuova stagione.
Credo nel lavoro di squadra. Ciò significa lavorare cooperando.
Questo è un concetto che seguo con Alberani nella composizione della
squadra e che deve appartenere al prossimo staff. Fare squadra nello
staff vuol dire che il mio dovere è affidare ai collaboratori la
massima libertà di espressione. Il lavoro di tutti noi è migliore
del lavoro di ognuno di noi se prende la propria singola strada.
Significa dare l'esempio ai giocatori del fatto che la forza
dell'inisieme è migliore della forza dei singoli. Contano anche le
regole del gruppo dei giocatori. Dal giorno del raduno dobbiamo
essere nel più breve tempo possibile una squadra. Serve condivisione
di regole, obiettivi e comportamenti. Non esiste “io”, esiste
“noi”. Il lavoro quotidiano deve essere la base di ciò che si
farà in campo. Non chiedetemi mai un'opinione su un singolo
giocatore. Parlerò solo della squadra. Il “noi” vale per la
squadra e deve valere per me. Il singolo giocatore non è un soggetto
importante. Voglio un sistema in cui si possa essere liberi in quanto
esistono le leggi e le regole. Il caos non è libertà, è
confusione. Dentro alle regole ognuno di noi avrà la possibilità di
esprimere il proprio talento. Sarà un sistema attacco-difesa senza
limitazione del talento, con espressione massimale del talento
stesso, gestita dalle regole. Ognuno di noi avrà un confine dentro
il quale esprimere se stesso. Talento al servizio della squadra. Il
mio compito è mettere ogni giocatore comodo dentro un sistema.
Comodo significa che devo metterlo in condizione di esprimere il
massimo di se stesso. E' importante la definizione dei ruoli, nello
staff e nella squadra. E deve condividerlo. Un giocatore contento del
proprio ruolo rende di più e rende di più la squadra. Oggi è
difficile parlare di un obiettivo, perché abbiamo una squadra in
cantiere, come lo sono le altre squadre. Oggi darci qualsiasi tipo di
obiettivo reale è fuori tempo. Verrà il tempo in cui dichiareremo
il nostro obiettivo perché è giusto averlo. Voglio fare il meglio
possibile in ogni minuto trascorso a Roma e alla Virtus Roma. L'unica
premessa è oggi cercare meglio di ieri e domani meglio di oggi”.
Alberani:
“Ringrazio Luca per l'entusiasmo e l'energia con cui si è tuffato
in questa avventura. La trattativa è stata veloce per la sua voglia
di venire qui. C'è stata condivisione totale sugli obiettivi e sulle
regole. L'anno scorso è stato fatto tantissimo. Sono contento che
abbia accettato questa proposta”.
Con
che spirito si accetta una sfida del genere, sapendo che fare meglio
dell'anno scorso sarebbe un'impresa titanica?
“Ogni
giorno è una sfida, ogni stagione è una sfida. La sfida è il
concentrato del nostro mestiere. All'interno della sfida è
importante essere pronti a dare tutto ciò che hai. Considerando
quello che è stato, senza farsi condizionare dal pensiero di ciò
che sarà, ma conta solo essere sul pezzo. Quello che stai facendo in
quel momento. E' importante che chiunque, chi rimarrà e chi è
nuovo, abbia questo senso di sfida. Vincere o perdere una partita è
un dettaglio. Può essere anche un caso. L'equilibrio del prossimo
campionato è una delle poche cose certe. Dobbiamo farci trovare
pronti ogni giorno e non sprecare mai nessuna occasione”.
Sarà
una squadra costruita intorno a Hosley come lo era intorno a Datome?
“Datome
ha fatto una scelta. Da parte mia sarebbe una interpretazione
sbagliata pensare che Hosley è il nuovo Datome. Non sarebbe giusto.
Sono due giocatori diversi, inutile fare parallelismi. Non esiste un
altro Datome. Dobbiamo presentarci con un vestito diverso. Il mio
compito è pensare di disegnare un vestito giusto che calzi bene con
le caratteristiche di ogni singolo giocatore”.
Con
che spirito Roma disputerà l'Eurocup? Cosa ti ha dato l'esperienza
in Turchia?
“Non
siamo entrati nei dettagli di ciò che sarà l'avventura in coppa.
Vediamo cammin facendo, provando a farsi trovare sempre pronti, che
tipo di risultati meriteremo e giorno dopo giorno faremo le nostre
valutazioni. Turchia? Quando affronti il “nuovo”, torni a casa
sempre più ricco e migliore. La Turchia è un paese in espansione e
spero lo diventi a breve anche dal punto di vista culturale. E'
un'esperienza che rifarei”.
E'
disposto a cambiare le sue idee in corso d'opera, in base al mercato?
“Siamo
in mano al mercato. Il ruolo dell'allenatore è avere delle proprie
idee, credere in certi principi. E io credo fermamente che una
squadra deve essere sorretta da un sistema. Quale sistema, lo
scopriremo giorno dopo giorno in base ai giocatori. Non esiste un
precotto. Quando andai a Pesaro una persona mi disse che forse i
giocatori non erano adatti al mio sistema. A fine anno mi disse che
la cosa più bella era stata che mi ero adeguato a loro e loro si
erano adeguati a me. Dobbiamo sistemare le cose in modo tale che ogni
giocatore si esprima al meglio. A volte ci sono giocatori con
visibilità e peso specifico diversi, ma ci sono quelli che io chiamo
“bilanciatori”; che sono oscuri e non si vedono, ma che rendono
il tutto equilibrato”.
Chi
curerà la preparazione in sua assenza?
“Lo
decideremo a giorni. Sarà un collega che mi darà una grande mano. A
me e alla Virtus Roma. Non esistono subordinati. Ci dovrà essere un
lavoro importante di preparazione in vista del giorno del raduno. Lo
seguirò a distanza, per conoscenza e non per controllo. Vedrò a
distanza allenamenti e amichevoli. Due anni fa a Pesaro arrivai 20
giorni prima dell'inizio del campionato, come anche 2 giocatori, e le
cose andarono bene. E' una problematica che inciderà poco”.
Che
peso darà ai giovani italiani della Virtus?
“Bisogna
capire che cosa ci può offrire il mercato, avere la mano sul timone
in caso di onda anomala. Dare una risposta oggi è durissima”.
Il
capitano lo scegli tu o la squadra?
“Lo
sceglieremo con la società. E' un argomento che non abbiamo
affrontato”.
Vi
siete dati una data di massima per completare il roster?
“No.
Dobbiamo avere le idee chiare noi, monitorare la situazione, non c'è
una data assoluta. Potremmo anche deciderlo, ma il mercato è una
belva pazzesca”.
Che
idea hai di Jordan Taylor e di Hosley?
“Deve
confermarsi sui livelli della sua prima stagione. Sarà molto dura.
Confermare significa fare due volte. Ha qualità per farlo e parte
dal vantaggio di sapere esattamente dov'è. Hosley è un giocatore di
grande concretezza e solidità. Può essere un giocatore che produce,
ma anche uno che può dare alla squadra ciò di cui ha bisogno. Un
canestro, un passaggio in più, una presenza difensiva, capacità di
sdoppiarsi in vari ruoli. E' un giocatore estremamente utile e con
qualità”.
C'è
un giocatore che ha avuto al Fenerbahce che vedrebbe bene a Roma?
“Non
potremmo pagargli neanche il biglietto aereo”.
Per
Alberani: ci sono già giocatori da vedere alla Summer League? Per il
pivot che idee hai?
“Ci
sono già obiettivi che vado a vedere e che sto condividendo con
Luca. Vedremo le risposte sul campo e dei loro agenti. Le Summer
League sono come la borsa. Come per Datome, non esiste un altro
Lawal. Non c'è stato un giocatore in Europa che ha avuto una
rivalutazione simile. Speriamo di trovare tanti giocatori su cui
spalmare ciò che ci dava Gani. Stiamo guardando alcuni giocatori per
il ruolo di centro e ci muoveremo anche a prescindere dalla Summer
League”.
Esterni:
sei attento all'Estudiantes?
“La
priorità è tenere Goss. L'allenatore condivide. Se lui avesse idee
diverse, valuteremo altre piste”.
Per
Dalmonte: che risposta ti aspetti dalla città e dai tifosi?
“E'
il nostro quotidiano a farci guadagnare la stima delle persone. Il
modo di lavorare e l'impegno. Non ho alcun tipo di aspettativa. Ho
voglia di andare in campo e lavorare. Non chiedo niente. Prima devo
fare qualcosa. Poi eventualmente... Ma forse neanche poi. Si continua
a fare. Cerco di essere trasparente, non racconto bugie, se non posso
rispondere non rispondo ma non dico bugie. Rispetterò le opinioni di
tutti e cercherò di motivare le mie”.
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