Dal Romanista di oggi, intervista a Gani Lawal
In Gara-1, dopo tre tiri liberi sbagliati che potevano dare la vittoria, il pubblico gli ha riservato l'appaluso più forte mai sentito durante tutto l'anno. Poi ha fatto 4/4. In gara-2 ha segnato il canestro del sorpasso, ha preso il rimbalzo decisivo e ha mostrato i muscoli mandando in delirio il palazzetto. Gani Lawal è uno dei simboli della semifinale, non solo perché sue sono state le giocate decisive, ma anche per il modo in cui sta difendendo aiutando e recuperando sui pick&roll di Cantù. Chi passa dalle sue parti ha paura e spesso sbaglia o si fa stoppare. Ma la serie è ancora lunga. «A Cantù ci aspetta una partita difficile, davanti ad un pubblico che mi hanno descritto come molto caloroso. Dovremo dare il massimo, giocare con intensità e provare a tornare da Cantù con qualcosa in più. Non sarà facile ma daremo tutto».
In Gara-1, dopo tre tiri liberi sbagliati che potevano dare la vittoria, il pubblico gli ha riservato l'appaluso più forte mai sentito durante tutto l'anno. Poi ha fatto 4/4. In gara-2 ha segnato il canestro del sorpasso, ha preso il rimbalzo decisivo e ha mostrato i muscoli mandando in delirio il palazzetto. Gani Lawal è uno dei simboli della semifinale, non solo perché sue sono state le giocate decisive, ma anche per il modo in cui sta difendendo aiutando e recuperando sui pick&roll di Cantù. Chi passa dalle sue parti ha paura e spesso sbaglia o si fa stoppare. Ma la serie è ancora lunga. «A Cantù ci aspetta una partita difficile, davanti ad un pubblico che mi hanno descritto come molto caloroso. Dovremo dare il massimo, giocare con intensità e provare a tornare da Cantù con qualcosa in più. Non sarà facile ma daremo tutto».
Cantù
probabilmente è la squadra che ha messo più in difficoltà Roma dal
punto di vista dei rimbalzi.
I
loro lunghi giocano con forza e fisicità, dobbiamo semplicemente
affrontarli con energia e contenerli con la nostra intensità.
Dove
avete trovato la forza per rimontare 19 punti in gara1? Ti era mai
capitata una partita del genere nella tua carriera?
Il
nostro urlo è “1-2-3… Champions!”. Questo è quello che fanno
i campioni, combattono per il risultato sia che siano sotto di 19
punti o che siano avanti di altrettante lunghezze, se vogliamo
esserlo dovremo continuare su questa strada.
L'impressione
è che la Virtus sia uscita più forte dalla serie contro Reggio
Emilia. Sei d'accordo? In che cosa siete migliorati?
Vincere
una serie di sette partite è sicuramente una grande risorsa dal
punto di vista mentale, vogliamo continuare a giocare con intensità
contro Cantù per vincere e proseguire il nostro cammino.
Come
ti trovi con l'aiuto e recupero sul pick&roll degli avversari che
ti chiede Calvani?
Mi
trovo bene, devo semplicemente giocare duro e tornare indietro a
proteggere il verniciato.
Che
cosa hai provato dopo l'applauso del Palazzetto dopo i tiri liberi
sbagliati in gara1?
Sicuramente
è stato bello, anche se in quei momenti non stai tanto a pensare
all’errore, torni indietro e continui a giocare al massimo che
puoi.
Che
cos'ha di speciale questo gruppo per aver fatto innamorare così i
tifosi?
I
supporter sono impressionanti, ci alimentiamo dell’energia che ci
trasmettono e sul campo diamo tutto, è per questo che ci amano.
Ti
piacerebbe giocare al Palaeur davanti a 11mila persone?
Sicuramente
sarebbe molto bello giocare davanti ad così tanti tifosi, ma noi siamo
sempre pronti a dare il massimo, che sia davanti a poche persone o
davanti ad un’ondata di 11mila spettatori.Per ricordare i tempi in cui all'Eur ne entravano molti più che 11mila, c'è sempre "Banco! L'urlo del Palaeur", il libro sull'epopea del Bancoroma che trovate qui:
- online sul sito ilmiolibro.it
- scrivendo all'indirizzo e-mail bancoroma83@gmail.com per informazioni e richieste
- presso la libreria Pagine di Sport di via dei Tadolini 7/9, a circa 150 mt. da piazza Mancini/ ponte Duca D'Aosta
- presso l'edicola di piazza Monte Baldo 9, a 200 metri da piazza Sempione
- facendo visita alla redazione de Il Romanista, via Bargoni 8 Roma, dalle ore 15 alle 21 tutti i giorni, sabato e domenica compresi (a proposito: se andate in edicola non dimenticate di chiedere Il Romanista!)
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