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venerdì 4 aprile 2014

Larry Wright: "Bancoroma, una grande squadra" - seconda parte

Da "Il Romanista" del 2 aprile 2014, intervista di Luca Pelosi

(leggi la prima parte

E che squadra...
Clarence Kea fu bravissimo a lottare contro due lunghi, Starks e Davis, molto bravi e più alti di lui. Nonostante ciò prese molti rimbalzi. Ma tutti giocarono molto bene. Anche Polesello sotto canestro, Sbarra che era molto giovane e giocava poco, entrò e fece un grande lavoro. Gianni Bertolotti, un veterano che aveva giocato molte partite importanti nella sua carriera, fece un canestro fondamentale. E poi Solfrini, Tombolato, Gilardi che fece uscire per falli la loro stella San Epifanio. E’ stata una vittoria bellissima perché è stata una vittoria di tutti. Anche della società e di coach Bianchini, uno dei più bravi allenatori europei.

Qual era il vostro segreto?
Semplicemente, avevamo grandi giocatori, un grande allenatore, tifosi fantastici e anche un presidente eccezionale come Eliseo Timò. Era bello far parte del Banco di Roma anche perché c’erano tanti ragazzi romani in squadra e tanti tifosi a spingerci. Avevamo la sensazione di giocare per una città intera.

Una città che non vi ha dimenticato.
Ho sempre detto che Roma è la mia casa lontano dalla mia casa. Mi ha dato la possibilità di dimostrare che potevo giocare ancora ad alto livello. Ogni volta che ho avuto occasione di tornarci, la gente mi ha sempre dimostrato grande affetto e ogni tanto mi sembra incredibile che ancora si ricordino di me. E’ bello che il duro lavoro che ha fatto la nostra squadra sia ancora ricordato. 

Le piacerebbe tornare ancora una volta?
Ho già avuto modo di dire l’anno scorso, quando a Washington è stata organizzata una festa per ricordare il titolo vinto nel 1978 dai Bullets, che mi piacerebbe molto una cosa simile anche a Roma. Sarei molto contento di tornare e rivedere i tifosi e i miei vecchi compagni di squadra. Una grande squadra.

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