La
notizia è di poco più di un anno fa, ma l'abbiamo saputa da poco.
Ci ha lasciati un altro protagonista delle vicende del Bancoroma.
Isio Saba ha così raggiunto suo fratello Rino. Di lui torneremo a
parlare in occasione del trentennale della Coppa Intercontinentale.
Lo ricordiamo con la descrizione che fece di lui Dido Guerreri nel
suo “Taccuino”, su Superbasket, nel 1988.
Nome,
Isio Saba. Età, quarantasei. Luogo di nascita, Ozieri, Sardegna.
Stato civile, celibe. Pensionato dei telefoni di Stato, dove ha
lavorato come operatore sulle linee internazionali (guadagnandosi un
cavalierato). Esperto di musica jazz, è un noto organizzatore di
concerti: data la sua conoscenza delle lingue, da qualche anno svolge
presso il Banco di Roma varie funzioni quali interprete,
accompagnatore degli arbitri internazionali, professore, amico e
vittima dei giocatori americani e così via. La barba brizzolata e il
colorito olivastro della pelle gli danno un vago aspetto
mediorientale. Ha di conseguenza interpretato il ruolo di fariseo nel
film “Gesù” di Zeffirelli.
Dal
mondo del jazz (dove vanta come grandi amici personali gente del
calibro di Dizzie Gillespie e Miles Davis) ha preso abitudini da
bohemienne. Vive in un piccolo appartamento del centro di Roma, va a
letto a ore impossibili (magari dopo qualche bisboccia) e non ha
un'idea ben precisa del tempo, un po' come gli Yakima e i Quilayute,
pellirossa del Nord-ovest americano.
Siccome
dorme poco, si addormenta spesso durante il giorno. Si risveglia a
una domanda improvvisa che gli si pone e risponde una cosa qualsiasi
che quasi sempre non c'entra, proprio come il ghiro di “Alice nel
paese delle meraviglie”. Il lungo lavoro da telefonista l'ha reso
un po' sordo, così ogni tanto gli capita un episodio curioso. Una
volta guidava la sua Ritmo centenaria lungo la Salaria ed era
disturbato dal suono di un clacson che sembrava voler chiedere
strada. Più volte fece cenno col braccio di voler sorpassare. Poiché
il suono non cessava, si voltò annoiato e si rese conto che il
“toot-toot” proveniva dal treno che fiancheggiava la strada.
A Isio
non chiedete la puntualità. Ma chiedete qualsiasi cosa. La casa, il
portafoglio, ripeto, qualsiasi cosa, e lui ve la darà senza neanche
chiedere perché, col suo inafferrabile sorriso buono. Essere amico
di Isio è un grande privilegio, un'altra possibilità che mi è
stata offerta dal basket, nel corso del mio viaggio esistenziale di
eternauta teso all'esplorazione del pianeta uomo.
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