BANCO! L'urlo del Palaeur continua il suo tour estivo. E dopo essere stato al raduno della Virtus ieri al Palazzetto, domani fa una gita fuori porta. Il libro sarà in vendita domani, sabato 25 agosto, ad Amatrice, in occasione della Sagra degli spaghetti all'amatriciana, che ogni estate è meta di molti romani. Potrete trovarlo in uno stand sul Corso di Amatrice, proprio accanto a quello del Comune.
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venerdì 24 agosto 2012
mercoledì 22 agosto 2012
L'urlo del Palaeur al raduno della Virtus

Trent'anni dopo, cioè
domani, si raduna la Virtus 2012-2013. Ci sarà anche “Banco! L'urlo del
Palaeur”, dalle 16.30 in poi al Palazzetto di Piazza Apollodoro. Per chi lo
volesse sfogliare, non sarà difficile trovarlo.
Altre modalità? Sempre
quelle:
- scrivendo all'indirizzo e-mail bancoroma83@gmail.com per informazioni e richieste
- presso la libreria Pagine di Sport di via dei Tadolini 7/9, a circa 150 mt. da piazza Mancini/ ponte Duca D'Aosta
- presso l'edicola di piazza Monte Baldo 9, a 200 metri da piazza Sempione
- facendo visita alla redazione de Il Romanista, via Bargoni 8 Roma, dalle ore 15 alle 21 tutti i giorni, sabato e domenica compresi (a proposito: se andate in edicola non dimenticate di chiedere Il Romanista!).
- presso l'edicola di piazza Monte Baldo 9, a 200 metri da piazza Sempione
- facendo visita alla redazione de Il Romanista, via Bargoni 8 Roma, dalle ore 15 alle 21 tutti i giorni, sabato e domenica compresi (a proposito: se andate in edicola non dimenticate di chiedere Il Romanista!).
giovedì 16 agosto 2012
"BANCO! L'urlo del Palaeur" intervistato da Lungotevere.net
Completamente rapiti dalle Olimpiadi, non ci dimentichiamo certo di BANCO! L'urlo del Palaeur. E non se n'è dimenticato neanche il sito lungotevere.net, che ci ha addirittura intervistati! Si parla del libro, della Virtus di ieri e anche della Virtus di oggi (e, come avete visto, Phil Goss, nato il giorno di gara2 Ford Cantù-Bancoroma, alla fine è arrivato...)
L'intervista
L'intervista
martedì 7 agosto 2012
Il Bancoroma alle Olimpiadi – 3) Scott May

La rivincita con l'URSS, però, non ci sarà. Gli USA fanno il
loro, vincono tutte le partite e arrivano in finale. In semifinale però
l'Unione Sovietica trova la Jugoslavia, che ci è arrivata dopo aver battuto di
un punto l'Italia (che sarà quinta) grazie a un tiro da lontanissimo di Slavnic
a 3 secondi dal termine. La Jugoslavia batte l'URSS 89-84 e arriva a giocarsi
il titolo in una finale senza storia, vinta 95-74 dagli americani.
Così Scott May divenne campione olimpico. Avrebbe potuto
andarci anche nell'atletica, secondo quello che si diceva di lui e della sua
esplosività fisica all'high school, quando volava sugli ostacoli bassi. Arrivò
al Banco nel 1986 per poche, bellissime, partite. Poi Elvis Rolle, che qualche
anno dopo avrebbe fatto danni perfino peggiori alla Virtus, gli ruppe un
braccio e ruppe anche la magia di un Banco che avrebbe potuto arrivare molto
lontano.
mercoledì 1 agosto 2012
Il Bancoroma alle Olimpiadi – 2) Mike Bantom
Non era ancora quello che nell'ultimo quarto di gara7 della
finale di conference s'appicò a Larry Bird e non lo fece segnare, dando la
vittoria della partita e della serie ai Philadelphia 76ers. Non era ancora neanche
colui che divenne una colonna della Virtus per dal 1986 al 1989. Ma era già un
ottimo giocatore, Mike Bantom, nel 1972, al penultimo anno di college alla St.
Joseph University. Tanto da meritarsi la convocazione per i Giochi olimpici di
Monaco. Con lui ci sono, tra gli altri, Jim Brewer, Thomas McMillen, Thomas
Henderson, Dwight Jones e Doug Collins.

In finale naturalmente gli americani sono strafavoriti. Da
quando il basket è sport olimpico, cioè da Berlino '36, hanno disputato 63
partite con 63 vittorie. Però USA-URSS è sempre una partita che ha significati
extra-sportivi. La difesa sovietica è impenetrabile, Sergey Belov indovina una grandissima
partita. Gli USA sbagliano molto e al 30' il punteggio è 38-28 per l'URSS. Poi
coach Hank Iba ordina un pressing a tutto campo che propizia la rimonta
americana, fino al 48-49 realizzato da Forbes quando mancano 10” alla fine. A
7” dalla sirena, Collins ruba palla ad Aleksander Belov, a 3” dalla fine
subisce fallo. In lunetta è freddo e gli USA sorpassano: 50-49.
A quel punto succede qualcosa che resterà per sempre nella
storia dello sport. Il coach sovietico Kondrashin chiama un time-out tra un
tiro libero e l'altro, cosa che secondo le regole Fiba non si può fare. Il
tempo scorre e quando il cronomentro segna 19'59” il pubblico invade il campo
per festeggiare la vittoria americana. Ma il segretario Fiba William Jones, che
da sempre ce l'ha con gli Stati Uniti perché alle manifestazioni Fiba portano
squadre di secondo piano, sospende tutto e, dopo che il campo è stato
sgomberato, ordina di ripartire con 19'57” sul cronometro, accogliendo la
richiesta del time-out sovietico. Si riparte con rimessa dalla linea di fondo,
Edesko effettua un lancio lunghissimo, calpestando la linea di fondo. Si
continua. Aleksander Belov riceve il pallone appoggiandosi su due americani,
percorre tre passi e segna il 51-50 proprio sulla sirena. Dopo 18 ore di
consultazioni, il ricorso americano viene respinto, con il Cio che se ne lava
le mani dichiarando la propria incompetenza dato che si trattava di una
questione tecnica. Per la prima volta gli USA non vincono i Giochi olimpici e
non si presentano sul podio per protesta.
«Il giorno dopo pensavo che fosse accaduta la cosa peggiore
del mondo. Poi ho visto altre Olimpiadi decise dai giudici e ho accettato
l'idea. Ma ancora oggi sono sicuro di aver vinto quella partita». Così parlò
Mike Bantom nel 1986, appena arrivato a Roma, quando gli fu chiesto dei 3
secondi che cambiarono la storia del basket. Lui c'era.
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