18 settembre 1984, brutte sorprese per
il Banco a Rio de Janeiro. Al primo allenamento sul fondo in linoleum
del “Ginnasio de Ibirapuera”, i giocatori e Bianchini si chiedono
come mai manchi la linea del tiro da tre, regola che è stata
introdotta proprio in questa stagione. La risposta è agghiacciante:
si giocherà con le vecchie regole. Niente tiro da tre, niente bonus
a 7 falli, restano i 2 tiri liberi con possibilità del terzo in caso
di errore, il cronometro dei 30” per tirare si riazzera ogni volta
che la difesa devia il pallone fuori campo.
“E' una cosa ridicola – tuona
Bianchini – Ci sono state discussioni e raduni in ogni parte del
mondo per preparare e mettere in atto le nuove regole. E proprio
nella coppa Intercontinentale si ignora tutto. E' come se fosse una
competizione estranea. Da un mese ci stiamo preparando con le nuove
regole. E ora scopriamo che dobbiamo nascondere tutto quello che
abbiamo acquisito in un cassetto e ritirarlo fuori al nostro ritorno,
quando mancheranno 4 giorni all'inizoi del campionato. Se l'avessi
saputo, mi sarei rifiutato di partire. Questa coppa è una specie di
museo di come era il basket. Il tutto assurdamente avallato dalla
FIBA”.
Si riunisce la commissione tecnica, ma
non serve a niente. Le squadre americane sono favorevoli, solo il
Banco e il Barcellona sono contrarie. Paolo Viberti, inviato di
Tuttosport, dà la sua interpretazione: “Il Sirio deve vincere
assolutamente per una serie di fattori. Primo: i brasiliani giocano
in casa e beneficeranno di arbitraggi particolari. Secondo: il
Brasile deve cancellare al più presto il mortificante nono posto di
Los Angeles. Terzo: l'organizzazione ha permesso ai paulisti di
schierare rinforzi provenienti da altre squadre (Wagner, Guerrinho,
Gerson). Quarto: dopo aver dato le dimissioni due anni fa, il tecnico
paulista Mortari vuole tornare al più presto alla guida della
Nazionale. Per lui, una vittoria in Coppa Intercontinentale sarebbe
un viatico determinante”.
All'hotel “Normandie”, inoltre, il
Banco (accolto all'aeroporto da Gilmar, portiere della Nazionale
brasiliana di calcio campione del mondo nel 1958 e oggi dirigente del
Sirio) e il Barcellona si ritrovano con letti piccoli e pasti
inesistenti. Si sfiora l'incidente diplomatico, dato che
l'organizzazione non vuole che le due squadre lascino l'albergo. Lo
fanno entrambe. Il Banco si trasferisce all'Hilton, ma le
disavventure non sono finite. Una capita anche al presidente Timò.
Buone notizie dal campo: Solfrini si è
allenato, il gomito è a posto. Giocherà.
Se poi, in fin dei conti, volete sapere
cosa accadde al presidente Timò e quanto fu importante il contributo
di Marco Solfrini, avete sempre il libro “Banco! L'urlo delPalaeur”.
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