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giovedì 18 settembre 2014

30 anni prima, 18 settembre 1984: disavventure a San Paolo



18 settembre 1984, brutte sorprese per il Banco a Rio de Janeiro. Al primo allenamento sul fondo in linoleum del “Ginnasio de Ibirapuera”, i giocatori e Bianchini si chiedono come mai manchi la linea del tiro da tre, regola che è stata introdotta proprio in questa stagione. La risposta è agghiacciante: si giocherà con le vecchie regole. Niente tiro da tre, niente bonus a 7 falli, restano i 2 tiri liberi con possibilità del terzo in caso di errore, il cronometro dei 30” per tirare si riazzera ogni volta che la difesa devia il pallone fuori campo.

“E' una cosa ridicola – tuona Bianchini – Ci sono state discussioni e raduni in ogni parte del mondo per preparare e mettere in atto le nuove regole. E proprio nella coppa Intercontinentale si ignora tutto. E' come se fosse una competizione estranea. Da un mese ci stiamo preparando con le nuove regole. E ora scopriamo che dobbiamo nascondere tutto quello che abbiamo acquisito in un cassetto e ritirarlo fuori al nostro ritorno, quando mancheranno 4 giorni all'inizoi del campionato. Se l'avessi saputo, mi sarei rifiutato di partire. Questa coppa è una specie di museo di come era il basket. Il tutto assurdamente avallato dalla FIBA”.

Si riunisce la commissione tecnica, ma non serve a niente. Le squadre americane sono favorevoli, solo il Banco e il Barcellona sono contrarie. Paolo Viberti, inviato di Tuttosport, dà la sua interpretazione: “Il Sirio deve vincere assolutamente per una serie di fattori. Primo: i brasiliani giocano in casa e beneficeranno di arbitraggi particolari. Secondo: il Brasile deve cancellare al più presto il mortificante nono posto di Los Angeles. Terzo: l'organizzazione ha permesso ai paulisti di schierare rinforzi provenienti da altre squadre (Wagner, Guerrinho, Gerson). Quarto: dopo aver dato le dimissioni due anni fa, il tecnico paulista Mortari vuole tornare al più presto alla guida della Nazionale. Per lui, una vittoria in Coppa Intercontinentale sarebbe un viatico determinante”.

All'hotel “Normandie”, inoltre, il Banco (accolto all'aeroporto da Gilmar, portiere della Nazionale brasiliana di calcio campione del mondo nel 1958 e oggi dirigente del Sirio) e il Barcellona si ritrovano con letti piccoli e pasti inesistenti. Si sfiora l'incidente diplomatico, dato che l'organizzazione non vuole che le due squadre lascino l'albergo. Lo fanno entrambe. Il Banco si trasferisce all'Hilton, ma le disavventure non sono finite. Una capita anche al presidente Timò.

Buone notizie dal campo: Solfrini si è allenato, il gomito è a posto. Giocherà.


Se poi, in fin dei conti, volete sapere cosa accadde al presidente Timò e quanto fu importante il contributo di Marco Solfrini, avete sempre il libro “Banco! L'urlo delPalaeur”.

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