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venerdì 7 giugno 2013

Alla ricerca di una nuova categoria

Bisognerà trovare una nuova categoria per definire la Virtus Roma. Ormai non si può più attingere al già detto e già scritto in fatto di cronaca e letteratura sportiva. Qui stiamo varcando l'inesplorato. Stiamo andando oltre le colonne D'Ercole, sì, anche nel senso Lollo del termine. In fondo “c'è un Ulisse in ognuno di noi”, diceva Valerio Bianchini nel 1984 prima della finale di Ginevra. Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir Virtus e conoscenza. Però non va bene neanche questa e non perché sia già stata scritta (qui non è che bisogna fare gli originali per forza, è proprio che la categoria adatta non si trova), ma perché la fine di Ulisse la si conosce già e non è bella.

Le categorie del “cuore”, della “grinta”, delle “palle” (da basket e no), del “la gente come noi non molla mai”, come dicono i canturini probabilmente mentre tifano per Roma, sono state esplorate e superate. Non bastano per definire il tuffo di Datome in gara6, Lawal che va a strappare il pallone a Tyus sulla linea laterale e poi schiaccia, Phil Goss che il cuore lo disegna verso i tifosi, 4 rimbalzi offensivi consecutivi, Taylor che si rompe il naso una volta a partita e se non se lo rompe gli saltano le lenti a contatto ma poi mentre subisce il fallo successivo segna da tre. Non bastano, tutto questo è qualcosa di più.

Anche la categoria della simbiosi col pubblico non è più sufficiente. Il cartello “Questa finale è per voi” va oltre le colonne di qualsiasi giornale che abbia mai raccontato di tifosi che vincono le partite, eccetera. Qui i tifosi non le vincono, perché a volte, anche in questa serie, in casa s'è perso. Però dagli spalti le giocano. Li ho visti: recuperano palloni, danno pacche sulle spalle, sudano, soffiano e fanno entrare i palloni nel canestro. E i giocatori in campo tifano. Alzano cori, esultano, imprecano. Fate caso a come ognuno di loro si coccola il compagno di squadra, anche solo con gli occhi, sperando che faccia bene ciò che sta facendo. Taylor l'ha messo addirittura nero su bianco: se non andrà in Nba, in Europa vuole giocare solo per la Virtus Roma. Mi ci gioco il suo naso (facile, eh?) che sarà così.

Si potrebbe aprire anche la categoria tecnica. Ma non basta più. I miglioramenti che hanno fatto questi giocatori durante la stagione sono già noti e se n'è già parlato. Ma qui stiamo oltre le colonne di Calvani e da ieri anche oltre i baffi. Come fa Jones a stare così basso sulle gambe senza perdere e equilibrio e senza farsi battere da Ragland, anzi, facendolo sbagliare? L'avete visto Lorenzo Colonne D'Ercole non solo come difende sull'uomo, ma anche come nega qualsiasi linea di passaggio favorevole agli avversari dalle sue parti? E l'uso del post contro la zona chiamata da Trinchieri, che invece il post non è mai riuscito a usarlo quando la zona doveva attaccarla?

Siamo anche oltre la categoria Cicoria. Nel terzo e quarto periodo non ha fatto un fischio, uno, a favore della Virtus. Degna conclusione di una serie dove l'istant replay ha dato ragione a Roma 4 volte su 5, dove lo sfondamento di Aradori su Jones, il blocco in movimento dello stesso Jones, la stoppata di Lawal, gli arbitri romani, eccetera, eccetera, eccetera. Meno male che c'è uno, nella Virtus, che sa come protestare e come far credere agli arbitri che sta dando loro ragione... Pare che ci caschino tutti! Non diciamo chi è, sennò se ne accorgono. Anche questo è oltre.

Ma poi in che categoria la metti una squadra che va in finale? Non nella categoria delle Virtus da finale, perché quella del 1983 aveva un fenomeno come Larry Wright, quella del 2008 aveva signori giocatori che erano più forti di tutte le altre tranne una, con cui poi hanno perso. E dove la metti una squadra che cresce durante il campionato, che esce più forte dalla serie con Reggio Emilia ed esce ancora più forte dalla serie contro Cantù? Neanche un super-sayan... E in che categoria lo metti Jordan Taylor che quando gli passano il foglio delle statistiche per fargli vedere quanto ha giocato bene, si preoccupa di rimetterlo a posto perché non era suo, mentre intorno tutti lo festeggiano?


Altre categorie si potrebbero scomodare, ma per ora ci arrendiamo. Perché questa storia non è ancora finita.

Per la categoria "Bancoroma" c'è sempre "Banco! L'urlo del Palaeur", il libro sull'epopea del Bancoroma che trovate qui:

online sul sito ilmiolibro.it
scrivendo all'indirizzo e-mail bancoroma83@gmail.com per informazioni e richieste
presso la libreria Pagine di Sport di via dei Tadolini 7/9, a circa 150 mt. da piazza Mancini/ ponte Duca D'Aosta
- presso l'edicola di piazza Monte Baldo 9a 200 metri da piazza Sempione
 facendo visita alla redazione de Il Romanista, via Bargoni 8 Roma, dalle ore 15 alle 21 tutti i giorni, sabato e domenica compresi (a proposito: se andate in edicola non dimenticate di chiedere Il Romanista!) 

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